Alle ore 19 l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme ha finalmente riaperto. Dopo ore di caos, fumo e voli dirottati, sono riusciti ad atterrare i primi aeromobili Ryanair provenienti da Bergamo e Roma. Ma dietro questa parvenza di ritorno alla normalità si nasconde una situazione paradossale: i passeggeri dei tre voli dirottati a Brindisi – Milano Malpensa, Genova e Bruxelles – sembrano essere stati dimenticati da tutti.
Tensioni a Brindisi
Tensioni a Brindisi
Secondo le testimonianze raccolte dai familiari, a Brindisi è scoppiata una vera e propria “mezza rivolta” quando si è saputo che un aeromobile era partito vuoto verso Lamezia per prendere i passeggeri di un volo successivo, lasciando a terra chi era rimasto bloccato per ore. I viaggiatori si rifiutano di salire su mezzi sostitutivi e chiedono di essere riportati a destinazione con gli stessi aerei con cui sono partiti.
Nessuna comunicazione
La rabbia cresce perché – raccontano i testimoni – nessuna comunicazione ufficiale è stata fornita ai passeggeri: né tempi, né modalità, né piani di rientro. A Lamezia, nel frattempo, nessun dirigente si è fatto vedere nell’aerostazione per dare spiegazioni o rassicurazioni.
Un cortocircuito
È l’ennesimo cortocircuito di gestione: mentre lo scalo calabrese torna operativo, centinaia di persone restano ostaggi dell’incertezza a centinaia di chilometri di distanza. La giornata di oggi – segnata dall’incendio a Caraffa, dal fumo in pista, dai Canadair in azione e dai voli che giravano sopra Lamezia in attesa di atterrare – diventa così la cartolina perfetta di un sistema che non funziona.
Passeggeri lasciati soli
Questa non è solo un’emergenza: è il simbolo di una Calabria che non sa gestire l’imprevisto. Passeggeri lasciati soli, zero comunicazioni, e l’impressione che nessuno, tra istituzioni e compagnie, abbia un piano reale per affrontare situazioni del genere.