Con l’arrivo del Natale e delle feste, tantissime bottiglie verranno stappate, dai vini più pregiati a quelli più commerciali. Ma come riconoscere la qualità e le caratteristiche di una bottiglia di champagne, prosecco o spumante? Quali sono le proprietà e i segreti che custodisce?
Come si trasforma l’uva in champagne? Quali sono i tre metodi utilizzati (Classico, Tradizionale o Ancestrale e Charmat) e i diversi disciplinari? Quali le differenze fondamentali tra champagne, vino spumante e prosecco? E ancora, quali segreti custodiscono le bottiglie, la loro forma e il tappo per conservare la magia delle bollicine? Senza dimenticare i metodi di conservazione, la tecnica della sciabolata e la temperatura ideale per versare champagne e prosecco.
Ieri sera, giovedì 18 dicembre, nei laboratori dell’Istituto Alberghiero IIS “P. Galluppi” di Tropea, si è svolta una affascinante “masterclass” sul mondo delle bollicine, guidata dal prof. Piero Cuda, docente di Sala Bar. Alla lezione hanno partecipato gli studenti del Corso Serale, i docenti e numerosi ospiti. Al termine, il Dirigente Scolastico, prof. Nicolantonio Cutuli, ha portato i suoi auguri e ha elogiato il prof. Cuda per queste esperienze formative trasversali, parte del percorso didattico-formativo dei “Simposi Demeter”. Tra gli ospiti erano presenti anche il responsabile di sede, prof. Giuseppe Carlino, il vicepreside prof. Antonino Pesce e la DSGA Ortenzia Caliò.
È stato un viaggio che ha catturato l’attenzione dei presenti, tra conoscenze, tecniche e raffinatezze di stile per gustare un prodotto che porta con sé secoli di storia. Lo champagne, ad esempio, risale al XVII secolo, con la fermentazione in bottiglia attribuita al monaco Dom Pérignon, mentre il prosecco ha origini più recenti, nel XIX secolo. Dietro queste bollicine si cela anche una competizione tra l’Italia, principale produttrice di prosecco, e la Francia, patria del più pregiato champagne.
Questi vini celebrano eleganza e prestigio, ma custodiscono anche curiosità storiche e aneddoti: come la celebre frase di Napoleone Bonaparte, “Nella vittoria lo champagne ce lo meritiamo, nella sconfitta ne abbiamo bisogno”. Il prof. Cuda ha ricordato come Napoleone frequentasse le maison di champagne, in particolare Moët & Chandon, che in suo onore produsse l’etichetta “Impérial”.
La storia del vino e del buon cibo si intreccia così con quella degli uomini, dei loro destini e delle celebrazioni. Un esempio recente è il Gran Premio di Formula Uno, dove il vincitore stappa una bottiglia da 3 litri di Ferrari Jeroboam, scelta esclusivamente per la competizione, ironia della sorte in un periodo in cui la Ferrari fatica a vincere.


