Assistenza territoriale, servono due milioni per cancellare i disagi

Focus del cardiologo Soccorso Capomolla sul Piano di programmazione varato dalla Regione per garantire la tutela della salute
ambiti territoriali

Trenta pagine ricche di dati, grafici, confronti e deduzioni per un focus completo e dettagliato sul ‘Piano di programmazione dell’assistenza territoriale’. A redigerlo è il cardiologo Soccorso Capomolla, sempre attento a quanto succede nella sanità calabrese e, soprattutto, sul territorio vibonese.

Programmazione rete territoriale

Programmazione rete territoriale

La sua approfondita disamina, già consegnata ai competenti uffici regionali, parte dal decreto ministeriale n.77/2022, che, nell’ambito del Pnrr e in campo sanitario, definiva gli standard qualitativi, strutturali, quantitativi e tecnologici delle strutture destinate all’assistenza territoriale e alla prevenzione, per arrivare al Dca 197/2023, che, in applicazione del dm n.77/2022, varava la ‘Programmazione della rete territoriale’. Questa partiva da un’analisi dell’esistente per, poi, analizzare “gli strumenti programmatici, i modelli organizzativi, le strutture, le funzioni e le figure professionali coinvolte nel percorso di riorganizzazione della assistenza territoriale, con riferimento alle Case della Comunità (CdC) ed agli Ospedali della Comunità (OdC), alla figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità (IfeC), alle Unità di Continuità Assistenziali (Uca), al Numero Unico Europeo 116117, alle Centrali Operative Territoriali (Cot), alla Transizione digitale e alla presa in carico attraverso il sistema integrato di offerta”.

Cot a rischio

Il Vibonese, naturalmente, parte in netto svantaggio rispetto alle altre province e, tanto per sottolineare un aspetto, in tema di posti letto destinati all’assistenza medica residenziale, si presenta con 159 letti di cui 40 non convenzionati. Più o meno, a parità di condizioni, Crotone ne vanta 487. Tra l’altro, Capomolla prende in esame la questione delle Case di comunità e degli Ospedali di comunità nel Vibonese, per arrivare a sottolineare come la mancata contrattualizzazione dei posti letto di residenza sanitaria assistita e la mancata entrata in funzione delle strutture intermedie (Ospedali e Case di comunità) rischi di mettere in discussione anche la sopravvivenza delle Cot di Nicotera e Pizzo.

Incremento dei fondi

Capillare anche l’analisi delle strutture assistenziali esistenti e delle prestazioni offerte per arrivare alla conclusione che in Calabria, per i complessivi 3738 posti disponibili nelle cinque province, sono stati stanziati per il triennio 2022/24 200.784.994 euro. Per adeguare il fabbisogno delle attività territoriali nel programma 2024/27, il fondo socio-sanitario per l’Asp di Vibo dovrà essere adeguatamente incrementato. Per individuare, invece, le possibili leve di intervento, fatto salvo il fondo attualmente attribuito, bisognerà innescare gli opportuni meccanismi perequativi per poter passare dai 4.530.618 euro del 2022 ai 6.493.162 del nuovo fondo, provvedendo al taglio dell’1% degli importi assegnati alle altre province oppure recuperando altre risorse per circa due milioni di euro. Non sono somme impossibili, ci vuole solo buona volontà. Ne guadagnerebbe abbondantemente la salvaguardia della salute attualmente a livelli inaccettabili e con pazienti costretti a pagarsi le cure, mentre ne avrebbero diritto senza affrontare spese. A breve sono attese le decisioni della Regione. Non c’è che da aspettare.

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