Casa di comunità e assistenza a Nicotera. L’Asp finalmente fa sul serio

La struttura sarà un punto di riferimento per tutti i comuni della zona: Limbadi, San Calogero, Rombiolo, Filandari e Joppolo

Al primo piano della struttura ospedaliera nicoterese hanno preso il via i lavori per la realizzazione della Casa di Comunità “hub”. Una settimana di picconate e rombo di “Bobcat” e sono spariti arredi, pareti divisorie, porte, finestre e intonaci. Non c’è più traccia neppure dei vari locali adibiti a laboratori, uffici e servizi. Operai e tecnici lavorano a testa bassa.

Nei programmi dell’impresa campana che sta gestendo l’appalto c’è la conclusione degli interventi entro sei mesi o poco più. A disposizione per l’esecuzione del progetto ci sono 1.853.678 euro. Un importo alquanto consistente che lascia sperare nella realizzazione di una struttura sanitaria destinata a far da punto di riferimento per un comprensorio di poco meno di venticinquemila abitanti e che include, oltre a Nicotera, anche i comuni di Limbadi, San Calogero, Rombiolo, Filandari e Joppolo.
In realtà, tanta laboriosità attorno al nosocomio nicoterese non si registrava da decenni. Dopo il suo completamento negli anni Ottanta e il completo arredo dei cinque piani per circa duecento posti letto, nonostante il collaudo dell’intera opera, praticamente tutto si arenava e la struttura da ospedale di zona finiva col diventare un semplice poliambulatorio. Finiva col diventare terra di conquista per tutti i “predatori” dell’Asp dediti a spogliare il ricco altare nicoterese per rivestirne altri dislocati nell’intero vibonese. Oggi, finalmente, dalle parole e dalle mille promesse mancate si è passati ai fatti in virtù di una più attenta visione della sanità sul territorio.

Nei programmi dell’impresa campana che sta gestendo l’appalto c’è la conclusione degli interventi entro sei mesi o poco più. A disposizione per l’esecuzione del progetto ci sono 1.853.678 euro. Un importo alquanto consistente che lascia sperare nella realizzazione di una struttura sanitaria destinata a far da punto di riferimento per un comprensorio di poco meno di venticinquemila abitanti e che include, oltre a Nicotera, anche i comuni di Limbadi, San Calogero, Rombiolo, Filandari e Joppolo.
In realtà, tanta laboriosità attorno al nosocomio nicoterese non si registrava da decenni. Dopo il suo completamento negli anni Ottanta e il completo arredo dei cinque piani per circa duecento posti letto, nonostante il collaudo dell’intera opera, praticamente tutto si arenava e la struttura da ospedale di zona finiva col diventare un semplice poliambulatorio. Finiva col diventare terra di conquista per tutti i “predatori” dell’Asp dediti a spogliare il ricco altare nicoterese per rivestirne altri dislocati nell’intero vibonese. Oggi, finalmente, dalle parole e dalle mille promesse mancate si è passati ai fatti in virtù di una più attenta visione della sanità sul territorio.

I colpi di piccone, peraltro, hanno fatto crollare non solo le pareti divisorie, ma anche lo scetticismo di quanti faticano a pensare in positivo.
A lavori ultimati, la Casa di Comunità dovrà ospitare la specialistica con area diagnostica di base e attività ambulatoriali, nonché l’area delle Cure primarie (ambulatori medici di medicina di base, pediatri, infermieri di famiglia) cui si affiancheranno l’area dell’Assistenza di prossimità (servizi infermieristici, assistenza medica h24, punto unico di accesso, servizi sociali, assistenza domiciliare, ecc.) e quella dei Servizi generali e logistici.

La “svolta” nicoterese, frutto di costruttivo confronto tra il generale Antonio Battistini, commissario straordinario dell’Asp, l’associazione “Difesa diritti del territorio” e i sindaci del comprensorio, si traduce anche in altre iniziative pure da rimarcare.
Dopo anni d’attesa, sono in corso i lavori per il recupero delle pareti esterne messe a dura prova dalla salsedine e dagli agenti atmosferici. L’importo complessivo del finanziamento ammonta a circa 220mila euro. Non basta. Sono appena stati completati e già collaudati i lavori di riqualificazione di un’ala del primo piano dell’ospedale che dovrà ospitare la Centrale operativa territoriale (Cot). I locali saranno a breve dotati di tutti gli arredi necessari per i quali l’Asp ha già disposto l’acquisto. Se nulla si mette di traverso, la Cot avvierà la sua attività entro la prossima estate, al pari di quella di Pizzo.
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