Casabona, torna in libertà l’ex sindaco Seminario

Il politico, del Pd, era stato arrestato il 4 ottobre dello scorso anno dai carabinieri con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso
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Torna in libertà l’ex sindaco di Casabona Francesco Seminario, di 54 anni, del Pd, arrestato il 4 ottobre dello scorso anno dai carabinieri con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso. Seminario, dopo un periodo trascorso in carcere, si trovava attualmente agli arresti domiciliari.

Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha annullato integralmente l’ordinanza con la quale il Gip distrettuale aveva disposto l’arresto di Seminario, che all’epoca era sindaco ma successivamente si era dimesso dalla carica, determinando lo scioglimento del Consiglio comunale. La decisione dei giudici del riesame fa seguito alla sentenza con cui la Corte di Cassazione nello scorso mese di aprile aveva accolto il ricorso dei difensori di Seminario, annullando con rinvio una precedente decisione del Riesame del 24 ottobre 2024.

In quell’occasione, pur ritenendo insussistente l’accusa di concorso esterno, il Tribunale aveva confermato quella di scambio elettorale, disponendo per l’ex sindaco la misura degli arresti domiciliari. Seminario era stato arrestato nell’ambito dell’operazione denominata “Nemesis”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, con l’accusa di avere stretto un presunto patto elettorale con la cosca Tallarico, in cambio di appalti e favori. L’ex sindaco é stato difeso dagli avvocati Giuseppe Napoli e Giovanni Sipoli, che avevano impugnato l’ordinanza di custodia cautelare dinanzi alla Suprema Corte, evidenziando “gravi lacune motivazionali, la mancata valutazione delle memorie difensive e la debolezza del quadro indiziario” Nel corso dell’udienza di oggi i giudici del Riesame hanno esaminato una dettagliata memoria difensiva che smentirebbe l’esistenza di rapporti privilegiati tra l’Amministrazione comunale guidata da Seminario e l’impresa riconducibile alla famiglia Tallarico.

In particolare, i legali hanno sostenuto che l’azienda, anche se inserita nella “white list” della Prefettura di Crotone, non ha mai ottenuto appalti pubblici nel corso del mandato svolto dall’ex primo cittadino. (ansa)

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