Il Catasto degli scarichi e il sistema informativo geografico (GIS) sono due strumenti che possono essere utilizzati unitariamente per una facile e completa gestione degli scarichi idrici, anche in presenza di una grande mole di dati, numeri, line (tubi) ecc.
Il Catasto degli scarichi raccoglie informazioni dettagliate sugli scarichi, come la loro ubicazione, tipologia, portata e caratteristiche qualitative. La norma di riferimento sullo smaltimento dei reflui è il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale (G.U. n. 88 del 14 aprile 2006). In particolare, secondo l’art. 124 “tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati.”
Il Catasto degli scarichi raccoglie informazioni dettagliate sugli scarichi, come la loro ubicazione, tipologia, portata e caratteristiche qualitative. La norma di riferimento sullo smaltimento dei reflui è il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale (G.U. n. 88 del 14 aprile 2006). In particolare, secondo l’art. 124 “tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati.”
Il GIS, sistema informativo geografico, consente di associare le informazioni degli scarichi a una mappa. Quindi permette di visualizzare e analizzare spazialmente questi dati, fornendo una rappresentazione cartografica degli scarichi e dei loro impatti. Ad esempio se un edificio è fornito di una linea di scarico vicina o meno.
Ad ogni disegno di una casa esistente, ad esempio di otto alloggi, è possibile associare una scheda informativa sia sull’edificio complessivo che su ogni singolo alloggio, così come fa il Catasto, ma in questo caso con un sistema molto più complesso.
Fatto ciò, gli edifici che non si trovano a portata di una linea di carico o di scarico devono dimostrare di usare o una Fossa settica bicamerale e tricamerale, ovvero un piccolo depuratore, o una fossa Imoff chiusa e scaricata dal solito camion che rilascia la relativa ricevuta, da presentare al Comune.
E’ completamente gratuito sia il software (Qgis open source) che la base cartografica data dalla Regione ad ogni Comune, e, in molte province calabresi, anche la posizione dei numeri civici.
La difficoltà in questo settore è l’aggiornamento continuo che il sistema richiede, e i Comuni che non hanno, al loro interno, una professionalità che sappia gestire tale servizio, poiché spesso molto piccoli o male organizzati.
Tale servizio può essere utilizzato in molti altri settori, come tributi, servizi on demand ecc.
Le fasi operative di un progetto GIS
Fase 1. Acquisizione e aggiornamento dati
La prima fase consiste nella raccolta e nella preparazione dei dati geografici, che possono provenire da molteplici fonti: rilievi GPS, telerilevamento, fotografie aeree, cartografie digitali, censimenti, database esistenti o rilievi sul campo. A questa segue una preparazione e pulizia, ma soprattutto la sovrapposizione esatta di dove sono i numeri civici.
Fase2. Visualizzazione, analisi e rappresentazione
Questa fase riguarda la ricerca di possibili errori attraverso la messa in opera dei numeri civici, dei singoli alloggi, a cui assegnare una scheda dati.
Fase 3. Trasformazione dei dati in informazioni comprensibili e comunicabili.
Questo avviene attraverso mappe tematiche e colorate, modelli tridimensionali. Il sistema permette delle specifiche interrogazioni, ovvero ad esempio quali edifici non hanno una linea di scarico utile nelle vicinanze, . La rappresentazione cartografica, infine, è uno strumento fondamentale per comunicare i risultati in modo chiaro e supportare efficacemente i processi decisionali, anche grazie all’uso di WebGIS (internet) e applicazioni accessibili in tempo reale a tutti i cittadini.
In sintesi, l’integrazione del catasto degli scarichi con il GIS rappresenta uno strumento potente per la gestione sostenibile delle risorse idriche e la tutela dell’ambiente, consentendo di avere una visione completa e dettagliata della situazione degli scarichi e dei loro impatti.