L’Università di Catania accelera i suoi studi sulla cava romana e un pool di quattro professori associati del Dipartimento Scienze biologiche, geologiche e ambientali, anticipando ogni più ottimistica previsione, arriva nel sito nicoterese per nuovi studi su colonne, vasi e altri reperti.
A disporne la “mission” è stato il prof. Rosolino Cirricincione, responsabile del citato Dipartimento, che già durante la visita dello scorso 14 settembre aveva manifestato grande interesse per la cava garantendo un’altra giornata di studio mirata anche verificare l’importanza di alcuni reperti segnalati dai dirigenti dell’associazione “Difesa diritti del territorio”(Ddt). E così, i professori Rosalda Punturo, Giovanna Pappalardo, Patrizia Fiannaca ed Eugenio Fazio, tutti specializzati in Petrografia, hanno raggiunto località “Petto Agnone” sul costone che incombe sulla Marina di Nicotera per approfondire lo studio dei reperti mediante l’utilizzo di specifiche apparecchiature.
A disporne la “mission” è stato il prof. Rosolino Cirricincione, responsabile del citato Dipartimento, che già durante la visita dello scorso 14 settembre aveva manifestato grande interesse per la cava garantendo un’altra giornata di studio mirata anche verificare l’importanza di alcuni reperti segnalati dai dirigenti dell’associazione “Difesa diritti del territorio”(Ddt). E così, i professori Rosalda Punturo, Giovanna Pappalardo, Patrizia Fiannaca ed Eugenio Fazio, tutti specializzati in Petrografia, hanno raggiunto località “Petto Agnone” sul costone che incombe sulla Marina di Nicotera per approfondire lo studio dei reperti mediante l’utilizzo di specifiche apparecchiature.
Ad accompagnarli anche il direttore del museo di Vibo, Maurizio Cannatà, e il responsabile della Soprintendenza per il Vibonese, Giuseppe Mazza. Non sono mancati all’appuntamento il sindaco Pino Marasco, l’assessore Francesco Antonio La Malfa e il consigliere Pino Leone, nonché il responsabile del Dipartimento Cultura della Ddt Giuseppe Calopresti e il rappresentante del Touring Club Italiano Giovanni Bianco.
Il gruppo di professori ha lavorato nel sito per un paio d’ore, s’è portato sul litorale sottostante la cava, dove il prof. Eugenio Fazio ha fatto alzare in volo un potente drone per filmare dall’alto tutta l’area del sito geoarcheologico per, poi, spostarsi sulla scogliera a Nord del lido Medameo per effettuare altre riprese su un masso segnalato dai dirigenti della Ddt e risultato di grande interesse non solo per la sua collocazione nella parte alta del costone, ma anche perché potrebbe testimoniare l’estensione della cava anche a notevole distanza dal sito di “Petti Agnone”.
A lavori conclusi, il pool di studiosi ha lasciato Nicotera Marina dando appuntamento a tutti i presenti per la prossima primavera, se non prima. Da rimarcare che la prof.ssa Rosalda Punturo ha ribadito ancora una volta “la grande importanza del sito nicoterese e la sua unicità in Italia” garantendo che l’ateneo catanese porterà avanti i suoi studi col massimo impegno. Di sito “di notevole rilievo tanto dal punto di vista archeologico e geologico che a livello paesaggistico” ha parlato, invece, il direttore del museo di Vibo, Maurizio Cannatà. Il pallino passa, ora, in mano all’amministrazione comunale che dovrebbe avviare, in tempi brevi, le procedure per l’acquisizione della cava oggi di proprietà privata.