Per la prima volta nella storia della ricerca scientifica, l’approccio etnografico — una metodologia tipica delle scienze sociali che osserva e interpreta il comportamento umano e le interazioni nel loro contesto reale — è stato applicato allo studio della malattia venosa cronica. Un risultato senza precedenti, accolto da Scientific Reports (Springer Nature), rivista di altissimo prestigio internazionale, Q1 nella classifica Scimago e con un impact factor pari a 3.9, nonché la terza più citata al mondo.
L’articolo, dal titolo originale “An Ethnographic Study of Sociocultural Determinants and Health System Gaps in Chronic Venous Disease in Calabria” (Uno studio etnografico sui determinanti socioculturali e le lacune del sistema sanitario nella malattia venosa cronica in Calabria), rappresenta un vero unicum nella letteratura scientifica: ad oggi non esiste nessun altro studio al mondo che abbia applicato l’approccio etnografico alla malattia venosa cronica. Inoltre, Scientific Reports ha finora pubblicato soltanto 64 articoli etnografici su milioni di lavori ospitati.
L’articolo, dal titolo originale “An Ethnographic Study of Sociocultural Determinants and Health System Gaps in Chronic Venous Disease in Calabria” (Uno studio etnografico sui determinanti socioculturali e le lacune del sistema sanitario nella malattia venosa cronica in Calabria), rappresenta un vero unicum nella letteratura scientifica: ad oggi non esiste nessun altro studio al mondo che abbia applicato l’approccio etnografico alla malattia venosa cronica. Inoltre, Scientific Reports ha finora pubblicato soltanto 64 articoli etnografici su milioni di lavori ospitati.
I ricercatori dell’Umg
A firmare lo studio due ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro di eccellenza: Davide Costa, assegnista di ricerca, autore di oltre 80 pubblicazioni internazionali e di 3 saggi, e Raffaele Serra, professore dell’ateneo catanzarese, riconosciuto come Italian Top Scientist e inserito nella prestigiosa classifica Stanford World’s Top 2% Scientists, con oltre 300 pubblicazioni all’attivo.
Entrambi, da anni, fondono in maniera originale le medical humanities (l’insieme di discipline umanistiche — come la sociologia, l’antropologia, filosofia, arti visive, letteratura, ecc. — applicate alla medicina per migliorare la comprensione dell’esperienza di salute e malattia) con la chirurgia vascolare, tracciando nuove frontiere di ricerca in un’ottica di interdisciplinarità e transdisciplinarità. Un connubio che non solo amplia gli orizzonti della medicina, ma porta nel dibattito scientifico internazionale un’immagine positiva della Calabria, citata esplicitamente nel titolo e nel testo dell’articolo.
Il lavoro, frutto di osservazioni dirette e di un’analisi qualitativa approfondita, apre nuove prospettive nella comprensione dell’esperienza dei pazienti affetti da malattia venosa cronica. Grazie all’approccio etnografico, la ricerca non si limita ai dati clinici, ma indaga anche la percezione soggettiva, le difficoltà quotidiane e il contesto socio-culturale in cui la patologia si sviluppa e si affronta.
Un traguardo che testimonia come la scienza, quando riesce a integrare saperi diversi, possa produrre innovazione vera. E che dimostra come anche dal Sud Italia possano nascere studi capaci di aprire strade inesplorate a livello globale.