Una tragedia. Inaspettata per tanti, prevedibile per altri. Ma al di là delle ipotesi (ottimistiche o catastrofiche) per il momento a Calenzano (Firenze) si contano due vittime accertate, tre dispersi e 27 feriti di cui alcuni gravi. Un boato ha letteralmente squarciato l’aria e un deposito di carburanti dell’Eni. Pesanti i danni per tutte le aziende attorno. Mentre ai residenti di tutta la zona è stato consigliato di barricarsi in casa o in alternativa di usare le mascherine. Senza contare la grande emergenza venutasi a determinare sulle principali vie di comunicazione e sulle strade ordinarie.
L’esplosione è avvenuta questa mattina poco prima delle 10,30. Ma non scopriamo nulla perché le cronache in tal senso sono state piuttosto esaustive anche se sono tanti i lati oscuri ancora da chiare.
Meridionale Petroli sotto la lente
Meridionale Petroli sotto la lente
L’eco della tragedia, però, non poteva che arrivare anche a Vibo Valentia dove i depositi di carburante sono diversi tra l’area di Portosalvo e il centro di Vibo Marina. Sotto i riflettori è finito immeditamente il deposito della Meridionale Petroli Srl, nel cuore dell’area portuale, a ridosso di attività turistiche e balenari ed a poca distanze in linea d’area del lungomare Cristofaro Colombo e del centro abitato. Il deposito ha una sola via d’ingresso e d’uscita. Nessuno vuole immaginare quello che potrebbe succedere di fronte ad un incidente simile a quello di Calenzano ed è stato dimostrato, facendo tutti gli scongiuri, che può accadere.

Giovanni Russo scuote la politica
Ad alzare immediatamente la voce Giovanni Russo, ex consigliere comunale e assessore ai Lavori pubblici al Comune di Vibo Valentia. “Quanto successo a Calenzano deve indurre ad una profonda e seria riflessione quanti hanno le redini della nostra città. La presenza di due insediamenti industriali classificati come «a rischio di incidente rilevante» in pieno centro abitato a Vibo Marina deve portare la politica, tutta, a comprendere quali siano i rischi che corriamo noi cittadini vibonesi. Mi riferisco a quelli legati alla contaminazione del corso d’acqua adiacente ad uno dei due stabilimenti e delle falde acquifere.
A questi fattori si aggiungono i rischi derivanti dai vapori emessi e dall’impatto sulla qualità dell’aria nella zona circostante. Ed inoltre, quali sono le reali condizioni di sicurezza di questi due stabilimenti? – si chiede ancora Russo -. Ho ascoltato in questi giorni un’intervista al neo segretario del Pd di Vibo Valentia Vincenzo Insardà (al quale vanno i miei auguri di buon lavoro) in cui spronava l’attuale amministrazione ad avere maggiore coraggio e consapevolezza. Bene, spero tanto che l’assessore alle attività produttive Stefano Soriano i suoi colleghi di giunta competenti in merito con il Sindaco in testa, affrontino al più presto la questione ambientale e quella inerente la sicurezza dei due stabilimenti di stoccaggio di carburanti presenti a Vibo Marina”.

Domenico Santoro (M5S)
Domenico Santoro, urbanista, esperto in pianificazione territoriale, esponente di primo piano del Movimento Cinque Stelle, già candidato a sindaco di Vibo Valentia nel 2019 quando si è attestato intorno al 10% dei consensi pari a 1900 voti.
Inquinamento, pericolo silenzioso
Santoro parte dal seqeustro di pochi giorni dello stabilimento di Merdionale Petroli e attacca: “Il Comune deve scegliere. I depositi petroliferi di Vibo Marina inquinano e il Comune deve prendere delle decisioni senza più procrastinare le scelte urbane. Lo dimostra anche l’incidente di Firenze – osserva l’esponente del Movimento 5 Stelle -. Pensate cosa succederebbe a Vibo Marina. L’inquinamento esiste, lo afferma, in maniera inequivocabile, la Procura di Vibo Valentia. Sono anni che i residenti del Quartiere Pennello ed io personalmente, da ex Consigliere comunale, portiamo avanti la battaglia contro questi inquinamenti del mare, delle fogne e dell’aria”.
“Ciò significa – sottolinea Santoro – che la conduzione dei depositi non vuole o non può coesistere con un ambiente urbano connotato da turismo, da commercio con un Porto di buon livello che sta sempre di più aprendosi ai traffici passeggeri. Pertanto, occorre ribadire che è necessario superare velocemente lo scontro tra le varie funzioni urbane di Porto Santa Venere, Vibo Marina, altrimenti è presumibile la continuazione della forte stasi dell’economia di un territorio che un tempo era il centro produttivo e commerciale della Calabria”.
Il recupero del Pennello
“La connotazione urbanistica, dell’area del quartiere Pennello, è quella di essere il territorio migliore di tutta la Calabria, essendo i suoi circa 40 ettari infrastrutturati da Porto, Camionale, Ferrovia, mare e spiagge con 800 alloggi che possono essere sfruttati per il tanto agognato turismo. Tutto ciò l’ho fatto presente recentemente in una riunione tecnica al Comune per il redigendo Piano di Recupero del Quartiere in oggetto. Queste peculiarità urbanistiche, altrove sarebbero state la base di un grande progetto di sviluppo economico dell’area, mentre Vibo, da trenta anni, non sceglie il proprio futuro”.
Delocalizzazione volontaria
“In particolare – secondo Santoro -, prima di occuparsi dell’edilizia, il Piano di Recupero dovrebbe dare un chiaro segno progettuale urbanistico, che tarda ad arrivare, per eliminare i depositi costieri (da spostare in altra area comunale), progettare un rapporto anche pedonale con la stazione ferroviaria, allargare la Camionale esistente che va al Porto per trasporti eccezionali della fabbrica Baker Hughes, progettare dei Catalizzatori sub-urbani, come ad esempio turistico-culturale-parco ambientale, un’arena per spettacoli, ecc. Solo dopo un’esposizione e/o approvazione di un progetto così fatto si potrebbe parlare di delocalizzazione volontaria dei depositi petroliferi e degli edifici residenziali, con vincoli inibitori e rischi idro-geologici”.