Le dimissioni del dottor Alberto Ventrice, primario del reparto di Urologia dell’ospedale di Tropea, rappresentano un “segnale grave della crisi che attraversa la sanità del nostro territorio”. Ne è convinto il sindaco di Vibo, Enzo Romeo, il quale, in una nota ufficiale, esprime “forte preoccupazione” per la situazione del sistema sanitario provinciale, “indebolito – sottolinea – da “anni di commissariamenti, promesse non mantenute e carenze strutturali”.
Serve unità
Serve unità
Romeo ribadisce la necessità di un’”azione corale” da parte della Conferenza dei sindaci di Vibo Valentia, che ha approvato all’unanimità un documento da lui promosso, chiedendo che se ne attui concretamente il contenuto. “Vediamo ogni giorno gli effetti di un sistema sanitario indebolito – spiega – e queste dimissioni, giunte per inadempienze organizzative e carenze strumentali, rappresentano un grave segnale per il sistema sanitario vibonese”.
Il confronto
In particolare, nel documento approvato dalla Conferenza, viene evidenziata la necessità di una “componente amministrativa più efficiente” e di un “confronto costante con i primari e tutti gli operatori”, ritenuto “necessario e doveroso”. Il rischio, secondo Romeo, è quello di “perdere figure professionali altamente qualificate”, la cui assenza può compromettere la qualità dell’assistenza e mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa dei reparti. La perdita di risorse umane esperte – aggiunge – si traduce in una diminuzione della qualità dell’assistenza e può portare alla chiusura di interi reparti, con la conseguente abolizione di servizi essenziali per la comunità”.
Appello al primario
Il sindaco rivolge infine un appello diretto al dottor Ventrice, “figura di spicco della nostra sanità”, affinché “receda dalla sua decisione”, a condizione che la triade commissariale dell’Asp “si faccia carico delle richieste e delle necessità del reparto da lui diretto. Continuerò a insistere con i sindaci – conclude Romeo – per farci sentire con forza e determinazione, affinché i sacrosanti diritti dei cittadini vibonesi non vengano ancora una volta calpestati”.


