A Dinami monta la protesta per la mancanza del medico di base, dopo il trasferimento della dottoressa Cristina Fortunata Zurzolo, che ha ottenuto, legittimamente, un incarico più vicino alla propria residenza in provincia di Reggio Calabria. Una decisione comunicata con anticipo e con rammarico ai suoi pazienti, ma che da ieri ha lasciato circa 400 assistiti senza riferimento sanitario, molti dei quali anziani e affetti da gravi patologie.
Proteste eclatanti
Proteste eclatanti
A denunciare la situazione è Francesco Di Masi, 73 anni, malato oncologico, che parla anche a nome di altri cittadini. L’uomo accusa l’Asp e l’amministrazione comunale di inerzia e minaccia forme di protesta eclatanti, come l’occupazione del municipio, per richiamare l’attenzione delle istituzioni.
Cosa è previsto
La procedura in corso prevede che i pazienti vengano temporaneamente presi in carico da uno degli altri quattro medici dell’ambito territoriale che comprende anche Acquaro, Dasà e Arena. Tuttavia, uno dei professionisti è già “massimalista” e gli altri esercitano in centri distanti anche 15 o 20 chilometri. Per molti cittadini, soprattutto anziani e senza mezzi di trasporto, ciò significa spostamenti difficili e disagi quotidiani in un’area priva di collegamenti pubblici.
Procedura complessa
Alcuni medici avrebbero manifestato disponibilità a recarsi periodicamente a Dinami, ma si tratta di soluzioni provvisorie. La nomina di un nuovo medico, infatti, segue una procedura complessa e lenta, disciplinata dall’accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale: la dichiarazione di “zona carente” avviene solo due volte l’anno, ad aprile e ottobre, seguita dalla presentazione delle domande, dalla formazione della graduatoria regionale e infine dall’assegnazione dell’incarico. Un iter che può durare oltre dodici mesi.
Di fronte a questi tempi, cittadini e amministratori chiedono un intervento urgente e una revisione delle regole, considerate anacronistiche e penalizzanti per le aree interne. Nel frattempo, Dinami resta senza medico di base e con un crescente senso di abbandono.


