Donne soggiogate da uomini – e da altre donne – , una felicità assassina in bianco e nero

La violenza degli uomini sulle donne è un problema dei primi ai danni delle seconde: forza fisica o debolezza mentale?

Dominio, violenza, sopraffazione. Piaghe sempre attuali nella società, spesso analizzate nei dettagli e denunciate con veemenza dalle vittime. Pur essendoci dipinte come troppo serie per scherzarci sopra, qualcuno ha coraggiosamente avuto l’ardire di infrangere il tabù.

Nel marzo 1952 la cittadina catanese di Riposto assiste alla nascita della piccola Nunzia. Una figlia, negli anni Cinquanta delle retrovie in un’Italia postbellica, è pieno possesso del padre e dei fratelli. Papà Gino si sente in diritto di alzarle le mani, eppure le vuole molto bene e l’affetto gli viene peraltro ricambiato. Non concepisce metodi alternativi di educazione, non rientrano in alcun modo nella sua forma mentis. Anzi, i suoi sono comportamenti paterni esemplari, per non dire perfetti. Non se ne discosta più di tanto il fratello minore Pippo, inutile quaquaraquà alla maniera sciasciana che nulla sa fare se non essere indifferente ai soprusi sulla sorella.

Nel marzo 1952 la cittadina catanese di Riposto assiste alla nascita della piccola Nunzia. Una figlia, negli anni Cinquanta delle retrovie in un’Italia postbellica, è pieno possesso del padre e dei fratelli. Papà Gino si sente in diritto di alzarle le mani, eppure le vuole molto bene e l’affetto gli viene peraltro ricambiato. Non concepisce metodi alternativi di educazione, non rientrano in alcun modo nella sua forma mentis. Anzi, i suoi sono comportamenti paterni esemplari, per non dire perfetti. Non se ne discosta più di tanto il fratello minore Pippo, inutile quaquaraquà alla maniera sciasciana che nulla sa fare se non essere indifferente ai soprusi sulla sorella.

Responsabilità è rispondere di ciò che accade: un non intervento non è meno colpevole del crimine conosciuto.

La storia, piacevole nella lettura, è frutto della fantasia di Gianni Contarino, autore di ‘Felicità’. Senza provocare angoscia in chi legge, con abbondanti colpi di scena nella narrazione, l’autore si dimena nel racconto di vicende tratte da un’esperienza che realmente ha vissuto.

Agli inizi degli anni Novanta, in una anonima giornata di settembre, si trovava da quasi ventenne su un treno che ospitava al suo interno un gruppo di bambine e bambini pronti per una colonia.

Fra loro, una ragazza pallidissima con lo sguardo perennemente basso; i lunghi capelli neri non nascondevano abbastanza il colore violaceo che assumeva in volto nel parlare con qualcuno.

Gianni, non si sa come, fu in grado di avviare con lei un dialogo, e nel vagone era un gran vociare perché mai nessun ragazzo era riuscito nell’impresa. Probabilmente era per lei la prima volta fuori dalla Sicilia, o magari perfino fuori casa: il padre non le dava mai il permesso di uscire.

Quell’incontro segnò per sempre lo scrittore siracusano, che a tempo perso tentava di ricostruire un antefatto e uno sviluppo da aggiungere all’indimenticabile momento zero.

Verso il 2010, durante la frequentazione della Scuola Holden, si diede a un abbozzo del romanzo, concluso a dodici anni di distanza dopo una consistente gestazione.

È venuto a farci visita sabato 6 luglio presso la Libreria Cuori d’inchiostro, in compagnia del docente di Lettere – in veste di moderatore – Rosario Carbone.

Sulla madre di Nunzia, esageratamente e superstiziosamente devota ai santi che più le convengono, l’autore ha preferito stendere un velo pietoso: quante donne, di fronte ai soprusi subiti dalle figlie, lasciano correre con rassegnazione e si degradano a complici spaurite dei misfatti?

Sfogliando le pagine si nota un lavoro certosino nel tentativo di associare la storia della protagonista a quella con la S maiuscola.

Non a caso la si fa nascere all’indomani dell’acquisizione, da parte del genere femminile, del diritto di voto, piuttosto che negli anni Settanta come verosimilmente doveva essere per la ragazza misteriosa. In svariate occasioni sarà proprio lei ad annunciare gli eventi epocali delle conquiste en rose a papà Gino, incapace nell’afferrarne il senso di svolta.

Davvero singolare è la proposta di affiancare alla lettura una playlist YouTube da ascoltare alla stregua di colonna sonora: una settantina di brani, citati nel testo, che ripercorrono secoli di generi e sonorità.

Dove sta, allora, questa fantomatica “felicità” del titolo? Tra una risata e l’altra, si giunge alla conclusione che non è nulla di diverso da quel Godot mai palesatosi. Una felicità dall’aspetto femminile e dagli occhi bassi. In bianco e nero, come tutto ciò che sa di vecchio.

© Riproduzione riservata

Ti Potrebbe Interessare

Da più parti, nei giorni immediatamente successivi al decesso della donna, sono giunti da diverse componenti della società civile appelli per fare piena luce sulla vicenda
A loro giudizio, Antonio Bellocco viveva a Milano nel pieno rispetto delle regole civili
Tra Savelli e Marinella continua a galleggiare di tutto tra la delusione e l’amarezza di quanti ancora si trovano sulle spiagge

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Vibo Valentia n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019. Direttore Responsabile: Nicola Lopreiato
Noi di Calabria S.r.L. | P.Iva 03674010792