“Carenza idrica. Grazie Comune di Vibo”. È il cartello, scritto a mano e appeso sulla vetrina di un negozio chiuso, a raccontare lo stato d’animo dei vibonesi. Una rabbia che monta giorno dopo giorno, assieme all’esasperazione per un problema che, da cronico, si è trasformato in emergenza: da otto giorni intere zone della città sono senz’acqua. I serbatoi sono vuoti e chi può si arrangia con autobotti private – a proprie spese – mentre attività commerciali, parrucchieri, bar e ristoranti sono costretti ad abbassare le saracinesche.
L’estate non è ancora esplosa, eppure la crisi idrica è già al suo culmine. I disagi si registrano nel cuore del centro urbano, tra via Luigi Razza, via Carlo Pignatari, via Scesa del Gesù e zone limitrofe. Non si tratta solo di fastidi temporanei, ma di una condizione che sta mettendo in ginocchio famiglie e imprese. “Siamo esasperati”, raccontano i residenti. Alcuni, pur di far fronte all’emergenza, si sono organizzati con cisterne e taniche, spendendo anche oltre 100 euro per riempirle.
E intanto, le domande aumentano. Perché da giorni i rubinetti sono a secco? Per quale motivo la portata dell’acqua è stata dimezzata? Nessuna risposta ufficiale. Quel che è certo è che la Sorical – la società che gestisce le risorse idriche calabresi – ha ridotto la fornitura da 13 a 6,5 litri al secondo. Un taglio netto, avvenuto nel silenzio più assoluto, e che ha lasciato spiazzati anche i rappresentanti istituzionali.
Il rischio, ormai concreto, è che con l’arrivo delle vere temperature estive la situazione possa ulteriormente degenerare. La città, già provata da decenni di disservizi, non può permettersi un’altra estate senz’acqua. Nel frattempo, sui social impazzano i messaggi di protesta. E c’è chi chiede l’intervento della Protezione Civile. Ma anche lì, per ora, tutto tace.