Farmacia territoriale, la distribuzione dei medicinali a Poste Italiane?

Il governatore Occhiuto starebbe per chiudere un accordo che vedrebbe il postino svolgere mansioni delicate e di pretta competenza farmacistica. Il sindaco Dato: la mia proposta più efficace e più economica

Non succede spesso, ma succede. Il consiglio regionale, nel corso dell’ultima seduta, ha votato, all’unanimità, una mozione sulla riorganizzazione della farmacia territoriale di Vibo presentata dal consigliere Antonio Lo Schiavo lo scorso 13 dicembre. Una mozione con la quale il governatore Roberto Occhiuto, nella sua veste di Commissario per il Piano di rientro dal debito sanitario viene impegnato non solo a dare una soluzione adeguata al problema della farmacia territoriale, ma anche a sollecitare la realizzazione di altri sportelli sul territorio provinciale.

Lavori di riqualificazione

Lavori di riqualificazione

Lo Schiavo, in sostanza, punta a quel decentramento del servizio offerto dalla farmacia territoriale che l’ex commissario Antonio Battistini aveva già avviato attivando lo sportello di Serra San Bruno, anche se per un solo giorno a settimana. Il passo successivo avrebbe dovuto essere l’apertura di uno sportello anche a Nicotera. L’arrivo all’Asp della commissione straordinaria ha bloccato il progetto, ma nulla esclude che possa essere ripreso. In ogni caso, l’iniziativa del consigliere Lo Schiavo merita giusta attenzione anche se, intervenendo nel dibattito in consiglio regionale, il consigliere Michele Comito, esponente di spicco di Forza Italia, non perde l’occasione per provare a sminuire il lavoro del suo collega cercando di magnificare il lavoro fatto dall’Asp negli ultimi tempi. Lavoro che si traduce nella realizzazione di una tettoia che può offrire riparo, in caso di pioggia, ad una decina di persone, mentre all’interno i pazienti in attesa potranno godere di una grande sala d’attesa poco più grande di quella attuale, nonché di due sportelli aperti al pubblico, anziché uno come succede oggi.

La piroetta

Non basta. Il consigliere Comito mette in campo tutto il suo acume politico e con un’abile piroetta fa scivolare la patata bollente nelle mani del sindaco di Vibo, Enzo Romeo, che viene invitato a fare un salto di civiltà provvedendo ad affidare ad associazioni di volontariato la distribuzione a domicilio dei farmaci giusto per come sta avvenendo a Serra San Bruno. Il suo discorso, tuttavia, non basta a smorzare la forza dell’intervento di Lo Schiavo e della sua dettagliata denuncia dei disagi patiti dalle fasce deboli del Vibonese tanto che il Consiglio esprime voto unanime sulla mozione discussa. Più che altro le parole di Comito aprono le porte a qualche considerazione. La comune impressione è, infatti, che i lavori in corso per riqualificare i locali della farmacia territoriale di Vibo non sposteranno più di tanto la lievitante situazione di malcontento e di disagio.

Carenza parcheggi

L’Asp sta affrontando una cospicua spesa per una soluzione che non porta da nessuna parte, anche perché l’ampiezza degli spazi non varierà più di tanto e ci sarà da trovare il personale per attivare il secondo sportello. C’è curiosità per capire se la sede riqualificata sarà, finalmente, dotata di servizi igienici idonei a supportare le esigenze di circa duecento persone che ogni giorno devono aspettare in media tre ore prima di arrivare a mettere le mani sui farmaci. Ci sarebbe anche da capire come migliorare la questione dei parcheggi la cui carenza obbliga persone anziane e in precarie condizioni di salute a girare per la città prima di riuscire a trovare posto magari a un chilometro di distanza. Alla fine della fiera, ce n’é a sufficienza per scivolare nella netta sensazione che i lavori di riqualificazione della sede della farmacia territoriale, ubicata nel palazzo Rosano di via Protettì, possano non attenuare più di tanto i disagi dei pazienti.

Locali ex novo

Probabilmente, l’Asp avrebbe fatto bene a valutare un altro sbocco del problema: il trasferimento dei locali. Magari in una zona idonea della città oppure a Moderata Durant realizzando ex novo i locali per la farmacia territoriale a ridosso del poliambulatorio esistente. Alla fine, calcolando il venir meno del costo del fitto dei locali di via Protettì per gli anni a venire e il risparmio della spesa per i lavori in corso, l’Asp avrebbe avuto solo e soltanto da guadagnarci. E, per inciso, non sembra destinata ad avere ampio respiro neppure il tentativo del consigliere Comito di “regalare” al sindaco Romeo la distribuzione dei farmaci mediante il coinvolgimento dei volontari. Il maneggio dei farmaci è sempre stato e rimane competenza esclusiva dei farmacisti. Soluzioni diverse, oltre a richiedere adeguata organizzazione, potrebbero comportare non pochi rischi. Rischi che, essendoci di mezzo la salute e la vita delle persone, sarebbe decisamente meglio non correre.

La proposta Dato

Volendo aiutare le fasce deboli e bisognose ci sarebbe da sostenere, invece, un’altra soluzione che il consigliere Comito, anche assieme a tutti i suoi colleghi del Vibonese, potrebbe tranquillamente sposare: affidare la distribuzione dei medicinali della farmacia territoriale ai farmacisti per come suggerito recentemente da un qualificato addetto ai lavori ossia il sindaco di Joppolo, Peppe Dato. Peraltro, una presa di posizione in tal senso, potrebbe ancora bloccare quell’accordo ipotizzato da Occhiuto in consiglio regionale, e che viene dato ormai molto vicino al traguardo, di affidare la distribuzione dei farmaci a Poste Italiane.

Una soluzione questa che il farmacista Dato ancora oggi boccia con forza perché, a suo avviso, “il postino non può distribuire farmaci in quanto potrebbe incorrere in pericolosi errori, il costo da pagare a Poste Italiane sarebbe decisamente più alto dell’importo minimo da versare ai farmacisti, la consegna dei medicinali non avverrebbe quotidianamente, l’Asp non dovrebbe affrontare spese per fitto locali né per assunzione di personale. Non dovrebbero essere acquistati neppure frigoriferi per trasportare medicine salvavita né verrebbero buttati via farmaci in scadenza accumulati nei depositi. Non si accumularebbero – conclude – nemmeno migliaia e migliaia di piani terapeutici”. Considerazioni quelle del farmacista Dato che non fanno una piega. Perchè qualcuno non si preoccupa di spiegarle anche al governatore della Calabria?

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