Nei silenzi profumati dei boschi dell’Aspromonte, tra castagni antichi e sentieri punteggiati dal passo discreto della fauna selvatica, è tornato a camminare un vecchio abitante della montagna: il capriolo. Ma non uno qualunque. Si chiama Gelsomino, ha lo sguardo vigile e il portamento elegante, e la sua è una storia che parla di salvezza, di cura, ma soprattutto di una collaborazione istituzionale che funziona davvero.
Un piccolo miracolo
Protagonisti di questa vicenda sono l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Reparto Carabinieri Biodiversità di Mongiana, che insieme hanno realizzato un piccolo miracolo di conservazione. A maggio, Gelsomino ha lasciato l’area faunistica di Carmelia, nel comune di Delianuova, dove era stato accolto in seguito a un lungo periodo di permanenza in cattività. Troppo abituato all’uomo per essere reinserito in natura, Gelsomino rischiava di restare ai margini di un’esistenza autenticamente selvatica.
E invece, grazie a un piano meticolosamente organizzato, oggi è ospite del sentiero faunistico di “Villa Vittoria”, a Mongiana. Non è solo: ad attenderlo c’era Bianca, una femmina di capriolo proveniente dal CRAS di Catanzaro. Insieme, i due rappresentano qualcosa di più di un semplice recupero animale: sono un simbolo della biodiversità che torna a vivere, dei legami tra istituzioni che mettono al centro la natura, dell’impegno di uomini e donne che non smettono di credere che un altro modo di convivere con l’ambiente sia possibile.
Non un caso isolato
L’operazione non è stata un caso isolato. Da anni, il Parco dell’Aspromonte lavora per reintrodurre il capriolo – un tempo scomparso da queste montagne – nel suo habitat naturale. Il progetto, concluso nel 2011, ha dato frutti eccezionali: oggi la specie è di nuovo presente in tutto il territorio protetto e ha raggiunto persino i boschi delle Serre.
Ma non basta. “Gelsomino e Bianca sono diventati ambasciatori della nostra fauna”, ha detto Renato Carullo, commissario straordinario del Parco. “Questa sinergia con il Reparto CC Biodiversità di Mongiana, guidato dal tenente colonnello Rocco Pelle, è l’esempio concreto di come si possano ottenere risultati straordinari quando le istituzioni lavorano insieme, con passione e dedizione”.
Il sentiero di Villa Vittoria, aperto al pubblico, è oggi un luogo dove la natura non si osserva solo con gli occhi, ma si vive con il cuore. Qui, bambini e adulti imparano a riconoscere i suoni del bosco, a rispettare gli equilibri delicati di un ecosistema che sopravvive grazie all’impegno di tanti. Gelsomino, con la sua storia, è ora anche educatore silenzioso, testimonianza viva di cosa significhi davvero prendersi cura.