Giustizia & Giusta, non è uno slogan e, tantomeno, un tema dietro il quale potrebbe nascondersi uno schieramento che ha come unico scopo quello di fare pressioni politiche e puntare ad apportare dei correttivi al nostro ordinamento giuridico o più semplicemente scagionare una persona, in questo caso di un determinato schieramento. Ma è solo un contributo, un momento di riflessione sulle “palesi contraddizioni” che molto spesso la giustizia manifesta. E in tal senso il Centro studi giuridici Giustizia & Giusta presieduto dall’avvocato Giacomo Saccomanno, vice presidente l’avv. Giovanni Marafioti, si candida con tutta la sua autorevolezza per dare voce al dibattito che molto spesso è contaminato dal pregiudizio e dagli schieramenti precostituiti che purtroppo la politica offre.
La presentazione
La presentazione
E all’inaugurazione del Centro studi, presentato a Vibo Valentia venerdì 4 ottobre alla presenza di avvocati e del presidente dell’Ordine forense di Vibo, Francesco De Luca, il dibattito si è concentrato sul caso Open Arms, che tanto sta facendo discutere; non solo perché vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma perché lo stesso presenta una serie di “evidenti anomalie” per come le ha definite l’avvocato Giovanni Marafioti, penalista di lungo corso, che vanno valutate sotto tutti i punti di vista “al fine di comprendere quali possano essere i percorsi per evitare che accadano situazioni del genere”.
Il dibattito, che si è avvalso anche di contributi video che secondo l’avv. Marafioti hanno un valore stragiudiziale, (vedi le dichiarazioni dell’ex ministro Toninelli) ha messo in evidenza i diversi comportamenti adottati dalle Procure italiane in casi analoghi alla Open Arms.
La difesa dei confini
Nella sua relazione Marafioti ha offerto anche importanti spunti di riflessione quali ad esempio: “Rispetto al fenomeno dei migranti, bisogna proteggere le persone o difendere i confini? Da cittadino – ha sottolineato il penalista – si tenderebbe a proteggere le persone, ma da ministro dell’Interno chiamato alla tutela, alla sicurezza e all’ordine pubblico lo Stato impone una doverosa risposta: difendere i confini”.
Tra i relatori il professore Luciano Maria Delfino, che si è soffermato sugli aspetti amministrativi della vicenda e dei Decreti sicurezza. Mentre l’avvocato Vincenzo Barca ha voluto sottolineare come sull’intera vicenda (Open Arms) unico imputato è stato l’ex ministro Matteo Salvini. Infine, il presidente del Centro studi, avv. Giacomo Saccomanno che ha moderato il dibattito, ha messo in evidenza “le palesi violazioni della Costituzione e l’esistente conflitto di attribuzioni”