Gli animali ci fanno più umani! A Vibo Valentia il presidente della Lega Anti Vivisezione

Non è un tema di serie B per la politica: la loro tutela equivale a una migliore qualità di vita per tutti noi

Ci circondano in ogni dove, sopra la testa e sotto i piedi. Ne vediamo a flotte quotidianamente, che si rimanga in casa o che si circoli per le strade. Vivi o morti che siano. In realtà, non vi è distinzione tassinomica fra noi e loro: Homo sapiens appartiene al regno degli animali.

Dal modo in cui trattiamo gli altri fratelli viventi si evince il livello di umanità che ci contraddistingue. Con decine e decine di varietà domestiche, frutto di processi avviati a partire dalla vigilia dell’attuale epoca geologica – l’Olocene – , a maggior ragione la nostra responsabilità ricade su di loro. Possiamo immaginare una gallinella o un agnellino abbandonati allo stato brado nella natura selvaggia? È di biblica memoria la custodia e la salvaguardia del creato, in tutte le sue specie.

Dal modo in cui trattiamo gli altri fratelli viventi si evince il livello di umanità che ci contraddistingue. Con decine e decine di varietà domestiche, frutto di processi avviati a partire dalla vigilia dell’attuale epoca geologica – l’Olocene – , a maggior ragione la nostra responsabilità ricade su di loro. Possiamo immaginare una gallinella o un agnellino abbandonati allo stato brado nella natura selvaggia? È di biblica memoria la custodia e la salvaguardia del creato, in tutte le sue specie.

Il giornalista pubblicista e docente universitario Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lav e figura di riferimento a livello europeo, è stato accolto sabato 13 luglio nella Libreria Cuori d’inchiostro, in dialogo con il responsabile della sede vibonese Roberto Mazzitelli.

L’autore ha quest’anno dato alle stampe ‘La politica degli animali’, presentato anche in questa città alla presenza di attiviste e attivisti impegnati in prima linea, nonché di lettrici e lettori curiosi.

Il rispetto per gli altri animali passa innanzitutto per le scelte personali, ma mai si potrebbe prescindere dalla gestione comunitaria della società, o “politica” che dir si voglia. Finora evasiva, riesce a dare accenni di risposte solo a seguito di lunghe battaglie ingaggiate da volontarie e volontari motivati. Riconoscere i loro diritti non è fine a se stesso: qualsiasi àmbito della vita umana è toccato dalla presenza animale, alla fine della giostra un tale intervento è conveniente innanzitutto per noi.

Nelle pagine del libro si traccia una disamina delle tappe principali percorse in Italia sino ai tempi odierni, con la contestualizzazione delle sensibilità sociali che le hanno rese possibili. La zoofilia, iniziale atteggiamento paternalistico di carità. Il protezionismo, antropocentrico nel pretendere risposte dalle istituzioni. L’animalismo, tendenza empatica nei confronti degli animali non umani che tende a riscattare la loro sofferenza. L’antispecismo, corrente filosofica vòlta a ridiscutere l’impianto della contemporaneità in riferimento allo sfruttamento animale.

La lega è nata nel 1977 e da allora pressoché annualmente ha saputo raccogliere vittorie sul campo. La missione dichiarata è il cambiamento culturale nel rapporto con gli amici non umani, spingendosi sino alla solidarietà verso qualunque essere vivente.

Nel caso dei viventi non classificabili nel regno degli animali, non dimentichiamo che miliardi e miliardi di questi affollano la superficie della nostra pelle e l’interno del nostro organismo in tutti i suoi punti: un microbiota arricchito peraltro da virus e altri agenti non viventi. Condurre uno stile di vita sano equivale a un sano mantenimento dei microbi che ospitiamo e che ci tengono in vita. Si è dimostrato che l’assunzione di nutrienti altamente qualitativi, non contenuti in prodotti processati dalle industrie, determina il loro assorbimento da parte dei microbi stessi – con conseguente proliferazione di quelli a noi confacenti – piuttosto che un incremento di cellule adipose nei tessuti umani.

Il vero chilometro zero, che trasferisce un prodotto direttamente dalla sua produzione alla tavola senza subire influenti trasformazioni, se associato alla tradizionale stagionalità della Dieta Mediterranea mantiene in salute noi e l’intero pianeta: coltivazioni biologiche, allevamenti estensivi.

Siamo un ecosistema e viviamo in ecosistemi. Staremo tutti bene solo quando tratteremo tutti bene.

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