Sono passati quindici giorni. Il sistema informatico che gestisce gli esami di laboratorio e collega in rete i reparti ospedalieri dei tre presidi dell’Asp di Vibo Valentia è fermo. Le prenotazioni rimangono bloccate, niente prelievi e niente referti. Il servizio sanitario pubblico vibonese perde milioni. I cittadini sono costretti a rivolgersi ai privati. Chi può paga, chi non può aspetta. Ma la salute non aspetta.
Solo le urgenze
Solo le urgenze
I reparti sono stati invitati a limitare le richieste di esami. Si garantiscono solo le urgenze. Tutto il resto è rimandato a data da destinarsi. I laboratori sono piombati nel passato, si lavora a mano con moduli prestampati, come negli anni Settanta. La possibilità di errore è altissima. La qualità dell’assistenza è compromessa. Si garantiscono solo le urgenze. Nel frattempo, la politica tace. Nessuno parla. Nessuno interviene. L’Asp per mettersi al sicuro avrebbe diffidato la ditta. Nessuno chiede conto. Nessuno si dimette. Eppure la verità è sotto gli occhi di tutti: il contratto con la società Dedalus, che gestiva il sistema informatico, è scaduto da sei mesi, e nessuno si è preoccupato di rinnovarlo o di trovare un’alternativa. Un territorio intero sembra sia ostaggio dell’incompetenza e dell’inerzia. E a pagare, come sempre, sono i cittadini, costretti a subire in silenzio. È una crisi gestionale, ma soprattutto una vergogna istituzionale.
L’Asp commissariata
L’Asp di Vibo Valentia è commissariata da mesi. Teoricamente sotto controllo, nella realtà allo sbando. La gestione straordinaria avrebbe dovuto garantire ordine, trasparenza, efficienza. Invece abbiamo caos in ogni settore, silenzio e immobilismo. Siamo di fronte a un’interruzione di pubblico servizio. È un fatto grave, da accertare nelle sedi competenti. Va chiarito se si tratti di colpa, negligenza o dolo. Ma va chiarito. E subito. Dove sono i vertici regionali? Dove sono gli amministratori? Dove sono i parlamentari, i consiglieri, gli uomini delle istituzioni? Tutti zitti. Nessuno prende posizione. Nessuno si assume la responsabilità di questa disfatta.
Situazione intollerabile
È inaccettabile. È intollerabile. È ora di dire basta. I cittadini vibonesi meritano rispetto, servizi, dignità. Non siamo cittadini di serie B. Questo territorio ha già subito troppo. Non può continuare a pagare sulla pelle dei più deboli l’incapacità di chi dovrebbe garantire diritti fondamentali. La sanità pubblica è un bene comune. Non un fastidio da gestire a tempo perso. Non un problema da scaricare su altri. Chi ha sbagliato deve rispondere. Chi ha taciuto è complice. E chi rappresenta questo territorio ha il dovere di alzare la voce.