Il 24 gennaio 2023 in Procura a Catanzaro arriva una lettera anonima, riportante gravi minacce contro l’allora procuratore capo Nicola Gratteri, il sostituto Debora Rizza e indirizzate in modo meno diretto ad altri magistrati in servizio nel distretto. Il contenuto della missiva parla di una struttura mafiosa, dotata di armi da guerra per compiere attentati nei loro confronti e c’è il preciso avvertimento che sarebbero stati uccisi se non fosse stata ridimensionata l’accusa di appartenere ad un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga o se lo stato di detenzione cautelare cui l’autore della lettera era sottoposto si fosse protratto oltre la fine dell’anno.
Minacce a cui sottostare, secondo l’ideatore della lettera, che si dichiara orgoglioso di appartenere alla ‘ndrangheta, per non pagarne il prezzo con la vita. La Procura di Salerno, competente a giudicare magistrati del distretto di Catanzaro apre un fascicolo di inchiesta, mentre la Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, delegata alle indagini va a caccia dell’autore della missiva, che indica anche il modo in cui sarebbero stati ammazzati i due magistrati, con un bazooka, minacciando il fratello di Gratteri, scrivendo che era note le sue abitudini di vita, il luogo dove vive, i percorsi compiuti con l’auto di servizio.
Minacce a cui sottostare, secondo l’ideatore della lettera, che si dichiara orgoglioso di appartenere alla ‘ndrangheta, per non pagarne il prezzo con la vita. La Procura di Salerno, competente a giudicare magistrati del distretto di Catanzaro apre un fascicolo di inchiesta, mentre la Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, delegata alle indagini va a caccia dell’autore della missiva, che indica anche il modo in cui sarebbero stati ammazzati i due magistrati, con un bazooka, minacciando il fratello di Gratteri, scrivendo che era note le sue abitudini di vita, il luogo dove vive, i percorsi compiuti con l’auto di servizio.
Indagini che portano la Mobile a dare un nome e un volto all’autore dello scritto minatorio. Si tratta, secondo quanto accertato, di Santo Gregorio Mirarchi, 33 anni, di Soverato, indagato per violenza o minaccia a pubblico ufficiale, con l’aggravante della mafiosità, destinatario di una misura cautelare in carcere disposta dal gip campano Marilena Albarano.