La notizia che aleggiava da settimane ora ha un volto e una voce ufficiale. Il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Gianfranco Tomao, ha detto senza giri di parole ciò che i cittadini temevano: le guardie mediche in provincia passeranno da 41 a 30. Un taglio netto, giustificato con la cronica carenza di medici e con la necessità di adeguarsi agli standard nazionali.
Un piano riservato
Un piano riservato
Eppure, appena ieri sera, nello studio di Spazio Pubblico, i sindaci del territorio avevano assicurato che ci fosse alcuna proposta sul tavolo. Anzi, il presidente della Conferenza, Salvatore Fortunato Giordano, aveva ribadito che nessun documento ufficiale era mai arrivato. Possibile che in poche ore la situazione sia cambiata? Oppure più semplicemente i primi cittadini non erano stati messi al corrente? La sensazione è che il commissario abbia preferito parlare direttamente ai giornali, lasciando gli amministratori locali al buio.
Una postazione per ogni 5 mila abitanti
Secondo quanto scrive Maria Novella Imeneo stamane su Gazzetta del Sud, Tomao ha spiegato che “non vi è ancora una bozza del piano di rimodulazione”, ma che la riorganizzazione è inevitabile. L’Accordo collettivo nazionale prevede infatti una guardia medica ogni 5.000 abitanti, con possibili deroghe del 30%. Nel Vibonese oggi la media è di una ogni 3.500: un privilegio sulla carta, ma insostenibile nei fatti. I medici titolari sono pochissimi: si va avanti con incarichi a termine per i neolaureati. La coperta è troppo corta.
Piccoli centri penalizzati
La questione non è solo numerica. Ridurre i presidi significa allungare le distanze, costringere i cittadini dei piccoli centri a spostarsi di più, aumentare i tempi di risposta. In un territorio già fragile, dove la sanità è spesso sinonimo di emergenza, si rischia di peggiorare una situazione che da anni attende risposte.
I sindaci tenuti all’oscuro
Ma resta un interrogativo pesante: perché i sindaci non ne sapevano nulla? È plausibile che il commissario non abbia condiviso con loro un’informazione tanto delicata? E ancora: quale ruolo avrà la Conferenza dei sindaci, se le decisioni più importanti vengono annunciate senza alcun confronto?
Una partita appena iniziata
La partita delle guardie mediche è appena iniziata, ma ha già messo in luce una frattura pericolosa: da un lato i cittadini e i loro rappresentanti istituzionali, dall’altro un’azienda sanitaria commissariata che sembra muoversi in solitaria. Un metodo che non promette bene per la fiducia reciproca di cui tanto si parla, e che rischia di trasformare la riorganizzazione necessaria in un taglio subito e mal digerito.