La sala convegni dell’hotel 501 ospiterà dal 22 al 24 novembre prossimi la nona edizione del premio biennale nazionale per la ricerca sull’ictus cerebrale “Hipponion-Isa-All”, che sarà assegnato alla miglior ricerca originale e non ancora pubblicata condotta da parte dei giovani neuroscienziati di età inferiore ai 40 anni sull’argomento. La celebrazione del premio, nata su idea e intuizione del dottor Domenico Consoli, oggi primario emerito ed associato al Cnr di Catanzaro, trova riscontro in tutti gli ambienti di ricerca del settore e interessa l’Italia intera.
La sponsorizzazione del Moscati
La sponsorizzazione del Moscati
L’evento è realizzato in co-partnership con Isa ( Associazione Italiana per l’ictus cerebrale), pressoché omni-rappresentativa della comunità scientifica nazionale con oltre 1200 specialisti iscritti che operano in ogni angolo del Paese. Quest’anno, peraltro, il premio darà spazio anche a un corso monotematico dal titolo “Ictus, Senescenza e….” ricco di approfondimenti. Il seminario abbinato al premio avrà per filo conduttore gli aspetti correlati all’ictus in età avanzata. Inoltre, uno dei due premi destinati ai vincitori è sponsorizzato da Ergon-Studio Polispecialistico Moscati di Vibo Valentia che ha ritenuto di voler associare la propria immagine ad un momento icastico e rappresentativo del massimo della cultura specifica del settore.
Un team storico
Il dottor Consoli, che anche per l’edizione 2024 si è avvalso della fattiva collaborazione del team storico costituito dai dottori Franco Galati, Antonino Vecchio, Giovanni Franco e Pietro David, sottolinea l’importanza dell’evento che porta alla ribalta, in termini positivi, il territorio vibonese. Lo stesso, infatti, ormai da oltre vent’anni, offre l’opportunità di condensare in una tre giorni intensa e partecipata ogni aspetto della ricerca sull’ictus, una patologia che oggi si può affrontare e curare con risultati sempre più positivi. Soprattutto grazie alle attività di prevenzione, infatti, l’incidenza della patologia si è ridotta anche per la possibilità di approcciarsi alla stessa in maniera più organizzata nella valutazione delle prime fasi della sua insorgenza ottimizzando i risultati terapeutici unitamente agli interventi riabilitativi e rieducativi.