“Il Golfo di Sant’Eufemia è un mare malato”: l’allarme di Maurizio Fiumara scuote politica e istituzioni

L’imprenditore e ingegnere vibonese: non è solo un problema estetico, ma un’emergenza ambientale e sanitaria. Servono interventi strutturali e risposte immediate

“Il Golfo di Sant’Eufemia è un mare malato”. A lanciare l’allarme – con toni netti e documentati – è Maurizio Fiumara, imprenditore turistico e ingegnere che da oltre trent’anni osserva e studia l’ecosistema della Piana di Lamezia Terme e delle coste vibonesi.

La sua lettera al nostro giornale è un atto d’accusa contro l’immobilismo istituzionale, ma anche una proposta di azione concreta per salvare uno dei tratti di mare più belli e al tempo stesso più fragili della Calabria.

La sua lettera al nostro giornale è un atto d’accusa contro l’immobilismo istituzionale, ma anche una proposta di azione concreta per salvare uno dei tratti di mare più belli e al tempo stesso più fragili della Calabria.

Mare verde: ecosistema in crisi

“Il nostro mare è malato” scrive Fiumara. Il fenomeno del cosiddetto “mare verde” che compare soprattutto d’estate non è un semplice problema d’immagine. È il segnale di un ecosistema costiero in sofferenza cronica.
L’eutrofizzazione – ossia la proliferazione incontrollata di alghe e fitoplancton – sottrae ossigeno all’acqua, altera gli habitat marini, riduce la biodiversità e può perfino rilasciare tossine pericolose per la salute umana.
In gioco non c’è solo il futuro del turismo balneare, ma la qualità della vita e della salute dei cittadini.

Cause note, problemi ignorati

Il colore verde delle acque è l’effetto visibile di un carico di nitrati presente tutto l’anno. Un inquinamento che deriva dall’agricoltura intensiva – fragole, cipolla rossa, agrumi e florovivaismo – con uso massiccio di fertilizzanti azotati su terreni sabbiosi, dall’industria ex-SIR con impianti di trattamento reflui inadeguati, e dagli scarichi civili non collettati che finiscono nella falda e nei canali di bonifica.
“Quello che vediamo in estate – avverte Fiumara – è solo la punta dell’iceberg di un problema cronico”.

La ricetta: piano integrato e task force permanente

Per l’imprenditore vibonese servono interventi strutturali e coordinati su più fronti: agricoltura: fertirrigazione calibrata, riduzione dei surplus di azoto, rotazioni colturali, fasce vegetali di protezione lungo i canali; industria: adeguamento obbligatorio degli impianti con linee di denitrificazione e controlli trasparenti; scarichi civili: progressivo collettamento alla rete fognaria o retrofit degli impianti esistenti; governance: una task force permanente Regione-Arpacal-Comuni-Procure con dati pubblici e accessibili. “Solo un approccio integrato e di medio-lungo periodo – sostiene Fiumara – può invertire la rotta”.

Azioni tampone subito

In attesa degli interventi strutturali, Fiumara propone anche misure urgenti per salvare la stagione turistica e limitare i danni: sistemi di miscelazione e ricircolo delle acque costiere, barriere filtranti vegetali nei canali, maggiori controlli sugli scarichi abusivi e una comunicazione trasparente verso cittadini e turisti.

La politica dica cosa intende fare

Il 5 e 6 ottobre la Calabria voterà per Presidente e Consiglio regionale. Per Fiumara è il momento che i candidati si esprimano chiaramente: “Non servono slogan generici, ma impegni concreti e verificabili su agricoltura sostenibile, depurazione, monitoraggi e risanamento del mare”.
Il Golfo di Sant’Eufemia, conclude, “è un bene comune, una risorsa strategica. Se lo perdiamo, lo perdiamo per sempre. Non possiamo più permetterci di aspettare”.

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