Avete mai visto un laboratorio teatrale tenersi in una libreria, fra scaffali colmi di volumi e il profumo della carta che si addensa nell’aria? A sentire i protagonisti – e mai parola fu più azzeccata – della nuova iniziativa vibonese, si tratterebbe di un unicum dagli esiti ancora inesplorati.
Tutto nasce qualche mese fa, in primavera. La Libreria Cuori d’inchiostro, fortunatamente indipendente e dunque al centro di una compatta comunità letteraria, aveva ospitato a sorpresa una lettura ad alta voce condotta dal rinomato Francesco Pileggi, rimasto folgorato dall’onirica atmosfera di questo piccolo scrigno culturale. In quell’occasione le giovani e i giovani lettori avevano potuto assistere a una declamazione che sapeva di recital, con attività artistiche per tradurre nella pratica quanto ascoltato dalla voce del regista.
Tutto nasce qualche mese fa, in primavera. La Libreria Cuori d’inchiostro, fortunatamente indipendente e dunque al centro di una compatta comunità letteraria, aveva ospitato a sorpresa una lettura ad alta voce condotta dal rinomato Francesco Pileggi, rimasto folgorato dall’onirica atmosfera di questo piccolo scrigno culturale. In quell’occasione le giovani e i giovani lettori avevano potuto assistere a una declamazione che sapeva di recital, con attività artistiche per tradurre nella pratica quanto ascoltato dalla voce del regista.
Francesco, originario di Lamezia Terme e vincitore di numerosi premi, è autore teatrale, narratore, film-maker, attore, sceneggiatore e scrittore, con un’esperienza che ha travalicato i confini raggiungendo la Germania e l’Etiopia, come i suoi documentari sono in grado di mostrare. La sua è una visione sociale dell’arte, mai separata dalla realtà e lontana dall’essere fine a se stessa. Qualunque artista dovrebbe percepire sulle proprie spalle il peso di un’autenticità da incarnare e testimoniare: se le opere trasudano artificialità, nulla di loro rimane nel futuro. È nel cambiamento delle vite e dei luoghi, nell’impatto anche solo istantaneo in ciascuna e ciascun fruitore, che l’arte trova il senso stesso di esistere. Cultura non d’élite, segno di fratture nella società, bensì accessibile a chiunque, con una trasparenza che si origina fin dalla partecipazione alla costruzione delle opere. Emigrato come tante altre figure professionali di qualsiasi settore, al suo ritorno in Calabria l’obiettivo che si è prefisso consiste nel fornire un contributo significativo al riscatto di una terra dannata.
Fu a seguito di quella lettura ad alta voce che a Francesco e alle libraie venne in mente l’idea di proporre un laboratorio teatrale nelle sale del locale, rivelando un’audacia da vertigini. Un’avventura nel proprio mondo interiore mediante le pagine dei libri, in un contesto ilare e coinvolgente.
Il sipario si è già aperto giovedì 3 ottobre e sul palcoscenico si è messa alla prova una dozzina di persone, tra bambine, bambini e adulti. La primissima lezione di prova, gratuita, del ‘Teatrolibrò’ si è sviluppata nelle sfere della conoscenza altrui e della relazione reciproca, ponendo a nudo preferenze personali e scaricando la tensione della quotidianità. Un cerchio per guardarsi in faccia, il coraggio di pronunciare il nome quasi urlando, la libertà di camminare avanti e indietro seguendo le indicazioni, le improvvisazioni da mettere in scena su due piedi, fino a una rappresentazione conclusiva basata sulle suggestioni uscite fuori nei momenti precedenti. La serata ha trovato compimento in un debriefing finalizzato alla riflessione sull’esperienza vissuta e all’anticipazione degli appuntamenti venturi.
Chi vuole mettersi in gioco è atteso all’inaugurazione ufficiale del progetto, giovedì 10 ottobre alle 17:30, insieme con il suo curatore: i posti sono limitati, meglio contattare per tempo la libreria. Sotto i vostri occhi si configurerà il perfetto connubio fra teatro e letteratura, saranno le storie trasmesse dai libri a costituirne l’ispirazione.
Non avevamo ancora, in città, spazi dedicati alla libera espressione specialmente di ragazze e ragazzi, luoghi di creatività che tanto bene fanno alla comunità e financo al benessere soggettivo. Siamo potenzialmente a una svolta, se la risposta del pubblico non cestinerà la propizia offerta.