Ai silenzi della politica, il polo culturale del Palazzo Santa Chiara risponde con i fatti. Gli errori manageriali del passato non possono e non devono inficiare la sopravvivenza di un centro così identitario per la comunità dell’intera provincia. Finché le condizioni lo permetteranno, non smetterà di rischiarare dall’alto della collina la civiltà vibonese.
Chiunque ha l’obbligo morale di esprimere profonda riconoscenza nei confronti della dipendente della biblioteca, insieme con le volontarie e i volontari, per aver desistito dalla tentazione di serrare i cancelli nonostante l’assenza delle istituzioni. Sembra quasi che a Vibo Valentia funzioni così: meglio ti spendi per il prossimo e più ti circonda un deserto di indifferenza.
Chiunque ha l’obbligo morale di esprimere profonda riconoscenza nei confronti della dipendente della biblioteca, insieme con le volontarie e i volontari, per aver desistito dalla tentazione di serrare i cancelli nonostante l’assenza delle istituzioni. Sembra quasi che a Vibo Valentia funzioni così: meglio ti spendi per il prossimo e più ti circonda un deserto di indifferenza.
I testi custoditi superano le 80.000 unità, un deposito che già di per sé costituirebbe un tesoro autosufficiente; gli utenti hanno però saputo, nel corso degli anni, adoperare le sale dell’istituto per svariate finalità: dallo studio alle riunioni, dagli eventi al telelavoro. Veder appassire un simile luogo della cultura potrebbe non scatenare rimostranze esageratamente accentuate nell’immediato, tuttavia le conseguenze intellettive di medio-lungo tempo in una popolazione già sofferente saranno fuor di dubbio una catastrofe devastante.
Mancano le utenze telefoniche, manca il collegamento alla rete, mancheranno molto presto le ragazze e i ragazzi del Servizio Civile. Eppure, a costo di non condannare a morte il motore della nostra crescita culturale, ancora una volta i sacrifici del personale stanno dando i propri frutti, a vergogna di chi detiene un potere mal esercitato.

Lunedì 1 luglio è stato inaugurato il ‘Biblio Summer Club’, uno spazio riservato all’età da scuola primaria, attivo sino a venerdì 26 luglio.

Tre mattine alla settimana, nei giorni dispari, per impegnarsi comunitariamente nello svolgimento dei compiti per le vacanze, ma anche per giocare all’aria aperta, migliorare le capacità di lettura, stimolare la creatività in attività artistiche, allenare l’orecchio in laboratori musicali, apprendere i ritmi della natura, divertirsi con la lingua inglese, approfondire la conoscenza del patrimonio, mettersi alla prova nell’inscenare una storia. Le iscrizioni, eventualmente alle singole proposte, sono giornaliere o mensili e sempre aperte.
Ad aprire le danze, ‘Io pianto una pianta!’, un assaggio di giardinaggio in compagnia del box ‘Fai giardinaggio con Lupetto’, opera di Orianne Lallemand ed Éléonore Thuillier.

Il seme del basilico è stato il grande protagonista della mattinata, introdotto dalla pubblica lettura del libro ‘Piccolo seme’, scritto e illustrato da Hector Dexet. L’autore, in pagine interattive ricche di colori e alette, descrive con il fare del poeta il percorso intrapreso da un seme per trasformarsi nel fiore più insolito in assoluto: il girasole.
È il primato del libro, tanto amabilmente decantato dal geniale Fernando Colombo, figlio del più noto Cristoforo.
Dal libro discende il resto, e allora vai di terriccio e acqua, paletta e semini: qualche settimana e, tenuti all’ombra, quei vasetti stupiranno la fantasia delle bambine e dei bambini con la sorprendente realtà della concretezza tangibile – non virtuale – .
Veder chiudere un moderno centro di servizi, qual è una biblioteca multimediale di ultima generazione che raccoglie attorno a sé le consimili del territorio, si avvicina a dover presenziare durante l’ultima lezione in un plesso scolastico obbligato alla chiusura, o magari mentre l’ultimo abitante di un borgo sperduto si appresta a espatriare pure lui costretto dalle circostanze. Lacrime di cultura che ci auguriamo di non dover mai piangere, non per il Sistema Bibliotecario Vibonese.