Inchiesta su fatture pagate due volte, imputati tutti assolti

Lo ha deciso la Corte d'appello di Reggio Calabria, che ha riformato la sentenza di primo grado emessa nel dicembre 2022

Sono stati tutti assolti in appello gli imputati del processo scaturito da un’inchiesta sui presunti doppi pagamenti effettuati dall’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria allo “Studio Radiologico Fiscer Francesco” di Siderno. Lo ha deciso la Corte d’appello di Reggio Calabria, che ha riformato la sentenza di primo grado emessa nel dicembre 2022 con la quale gli imputati, accusati di truffa all’Asp e al servizio sanitario regionale, riciclaggio, falso e alterazione di informazioni, erano stati condannati a pene che andavano dai 5 anni e 6 mesi ai 3 anni di reclusione.

La sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” emessa dal collegio giudicante (presidente Alfredo Sicuro) riguarda gli imprenditori Francesco e Giuseppe Fiscer; l’amministratore della società, Pietro Armando Crinò; i soci Caterina Caracciolo e Roberta Maria Strangio; l’ex direttore generale dell’Asp Ermete Tripodi e l’ex direttore amministrativo Pasquale Staltari. La Corte d’Appello ha assolto dall’illecito amministrativo anche la società “Studio Radiologico Fiscer srl” che aveva incassato una transazione di oltre 7 milioni di euro relativa a un saldo crediti che, secondo l’accusa, erano stati già riscossi dalla struttura privata. I giudici hanno anche revocato la confisca dello studio radiologico disponendone la restituzione ai proprietari. (Ansa)

La sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” emessa dal collegio giudicante (presidente Alfredo Sicuro) riguarda gli imprenditori Francesco e Giuseppe Fiscer; l’amministratore della società, Pietro Armando Crinò; i soci Caterina Caracciolo e Roberta Maria Strangio; l’ex direttore generale dell’Asp Ermete Tripodi e l’ex direttore amministrativo Pasquale Staltari. La Corte d’Appello ha assolto dall’illecito amministrativo anche la società “Studio Radiologico Fiscer srl” che aveva incassato una transazione di oltre 7 milioni di euro relativa a un saldo crediti che, secondo l’accusa, erano stati già riscossi dalla struttura privata. I giudici hanno anche revocato la confisca dello studio radiologico disponendone la restituzione ai proprietari. (Ansa)

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