Infiltrazioni mafiose, sciolto il Consiglio comunale di Tropea

La decisione del Governo è arrivata in serata sulla scorta della relazione predisposta dal prefetto di Vibo Paolo Giovanni Grieco

Presunti infiltrazioni e condizionamenti mafiosi. Il Consiglio dei Ministri, al termine della riunione odierna ha sciolto il Consiglio comunale di Tropea. La decisione è avvenuta in base alla relazione del prefetto di Vibo Valentia, Paolo Giovanni Grieco, che nell’ottobre scorso aveva inviato la commissione d’accesso agli atti per accertare eventuali infiltrazioni mafiose nella vita dell’Ente o per rintracciare eventuali forme di condizionamento della criminalità organizzata sull’amministrazione anche attraverso legami, rapporti e/o parentele di politici ed impiegati del Comune.

 La commissione che ha passato al vaglio gli atti dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Macrì (Forza Italia) era composta dal viceprefetto Roberto Micucci, dal vice capo della Squadra Mobile di Vibo, Ludovico Tuoni e dal maggiore delle fiamme gialle, Carlo Alberto Zambito. 

 La commissione che ha passato al vaglio gli atti dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Macrì (Forza Italia) era composta dal viceprefetto Roberto Micucci, dal vice capo della Squadra Mobile di Vibo, Ludovico Tuoni e dal maggiore delle fiamme gialle, Carlo Alberto Zambito. 

Tropea si stava preparando alle elezioni amministrative in programma per l’8 e 9 giugno ma lo scioglimento determinato dal governo Meloni apre le porte al commissariamento degli organi elettivi dell’ente per un periodo minimo di 18 mesi, saltando quindi il turno elettorale. Per la perla del Tirreno si tratta del secondo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Una mazzata, un colpo basso, per tutta la comunità e per lo sviluppo del territorio che paga un prezzo molto alto per eventuali responsabilità di singoli soggetti.

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