In un mondo sempre più segnato da crisi geopolitiche, conflitti ibridi e rivoluzioni tecnologiche, la sicurezza nazionale non può più essere affidata solo agli apparati tradizionali. Occorre formare nuove competenze, capaci di leggere il presente e anticipare il futuro. È in questa direzione che si muove la quinta edizione dell’Università d’Estate dell’Intelligence, in programma dal 4 al 6 settembre 2025 a Soveria Mannelli, nel cuore della Calabria.
Tutto scorre più in fretta
Tutto scorre più in fretta
L’iniziativa è promossa dalla Società Italiana di Intelligence (Socint), in collaborazione con l’editrice Rubbettino e con il patrocinio dell’Università della Calabria. Il titolo scelto per questa edizione: “Tutto scorre più in fretta”. Un argomento che richiama l’urgenza di aggiornare le categorie analitiche di fronte a un’accelerazione inedita dei processi storici, sociali e tecnologici. Nei tre giorni di lavori si alterneranno dibattiti, lectio e confronti tra accademia, istituzioni e industria, per riflettere su come l’intelligence stia ridefinendo i suoi ambiti d’intervento: dalla cybersicurezza all’uso strategico dell’intelligenza artificiale, dalle nuove minacce ibride al ruolo dell’Italia nello scenario globale.
Vertici dello Stato e comparto sicurezza
A dare spessore all’evento sarà la presenza di alcuni tra i principali protagonisti della sicurezza e della politica strategica italiana. Tra i relatori figurano: Lorenzo Guerini, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir); Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn); Stefano Mannino, presidente del Centro Alti Studi per la Difesa (Casd); Mario Caligiuri, presidente di Socint e ideatore dell’iniziativa; Luigi Fiorentino, capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Giuseppe Cossiga, presidente della Federazione aziende italiane per aerospazio, difesa e sicurezza (Aiad); Florindo Rubbettino, editore e imprenditore culturale.
I segreti dell’Intelligence
Secondo Mario Caligiuri, docente universitario e tra i massimi esperti italiani del settore, l’intelligence non deve essere intesa solo come uno strumento per la sicurezza dello Stato, ma come una disciplina complessa e interdisciplinare, che intreccia giurisprudenza, storia, sociologia, psicologia, economia, scienze dell’educazione e dell’organizzazione.
“L’intelligence – spiega Caligiuri – è una scienza dell’uomo che può fornire un metodo pedagogico capace di scardinare i meccanismi della società della disinformazione. In un’epoca in cui circolano quantità smisurate di dati, spesso falsi o alterati, occorre non solo raccogliere informazioni, ma anche selezionarle, verificarle e interpretarle. Questo è fondamentale per aiutare cittadini e istituzioni a orientarsi in un mondo sempre più caotico”.
L’instabilità del Mediterraneo
Il contesto globale in cui si inserisce questa iniziativa è segnato da una moltiplicazione delle crisi, dall’instabilità del Mediterraneo all’Est Europa, fino all’emergere di nuove sfide digitali che colpiscono la sicurezza interna degli Stati e la coesione delle democrazie. In questo quadro, l’Italia – sottolineano i promotori – è chiamata a giocare un ruolo attivo, rafforzando le proprie capacità analitiche e la propria cultura strategica, anche attraverso una formazione avanzata rivolta alle nuove generazioni di analisti, operatori pubblici e professionisti della sicurezza.
Laboratorio unico
L’Università d’Estate dell’Intelligence si conferma così un laboratorio unico a livello nazionale, nato nel Sud ma aperto al mondo, dove riflettere – con metodo scientifico e approccio critico – sulle grandi trasformazioni in atto e sul modo in cui comprenderle prima ancora di affrontarle.