Il personale del Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro e gli agenti della polizia di Stato in servizio alla Digos della Questura, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro, ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale del capoluogo nei confronti di 8 indagati (2 in carcere e 6 agli arresti domiciliari).
Dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da pubblici ufficiali in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, nonché induzione indebita a dare o promettere utilità, tentato peculato, tentata truffa aggravata, invasione di terreni o edifici.
Dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata alla commissione di falsi materiali e ideologici commessi da pubblici ufficiali in atti pubblici, corruzione, concussione e omissione di atti d’ufficio, nonché induzione indebita a dare o promettere utilità, tentato peculato, tentata truffa aggravata, invasione di terreni o edifici.
Le ipotesi di reato di corruzione e concussione hanno interessato la gestione dell’assegnazione delle case popolari in seno all’Aterp di Catanzaro in danno anche di famiglie bisognose.
L’attività investigativa (che si è estrinsecata in attività tecnica, intercettazione telefonica ed ambientale, videoriprese, assunzione di sommarie informazioni ed acquisizione documentale), coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, ha consentito di delineare – nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – l’esistenza e l’operatività di un’associazione per delinquere che svolgeva una attività di assegnazione “parallela” delle case popolari in cambio di utilità economiche da parte dei soggetti che risultano poi gli assegnatari degli immobili, i quali, in alcuni casi, propongono ai pubblici ufficiali una somma di denaro per ottenere l’assegnazione dell’immobile, in altri casi – più frequenti – si vedono costretti a soccombere alle richieste concussive dei pubblici ufficiali che richiedono somme di denaro o altre utilità per compiere gli atti contrari al dovere d’ufficio.
Il modus operandi da parte dei componenti dell’organizzazione, così come ricostruito all’esito delle indagini, consisteva nella sistematica violazione della legge regionale istitutiva dell’ente e che ne regola il funzionamento, al fine di aggirare la procedura ordinaria di assegnazione degli immobili che non spetta all’Aterp, ente che ha il mero compito di gestire gli immobili, renderli fruibili alle persone e comunicare eventuali occupazioni abusive o immobili lasciati liberi dagli assegnatari affinché si provveda a loro utilizzo pubblico. L’ente titolato in tal senso è il Comune che, in base a una graduatoria pubblica, assegna gli alloggi man mano che si rendono vacanti in base alla comunicazione dell’Aterp.
Tra i destinatari del provvedimento c’è anche un amministratore locale (il consigliere comunale Sergio Costanzo) che, seppur privo di ruoli/incarichi in seno alla compagine Aterp, in virtù di consolidate amicizie con i funzionari di quell’ente, fungeva – secondo l’accusa – da raccordo tra cittadini che miravano ad ottenere o mantenere posizioni alloggiative, in violazione della legge, e i dipendenti dell’Azienda Territoriale.