La testimonianza di una madre che ha deciso di rompere ogni legame con i contesti mafiosi

Maria Antonietta (nome di fantasia) si rivolge alle donne di ’ndrangheta: ribellatevi, perché vale la pena cambiare

“Il messaggio che vorrei dare alle donne è di avere coraggio, di farsi forza l’una con l’altra, di guardare con lucidità il mondo in cui si trovano, il mondo in cui sono confinate. Vorrei dire loro di ribellarsi; vale la pena, vale la pena di cambiare. Ogni sforzo, ogni mia paura, ogni momento difficile di questo lungo percorso è stato ripagato a pieno. La mia scelta è stata sicuramente fatta per l’amore dei miei figli, guidata dall’istinto materno. È un nostro dovere, come madri, dare questa possibilità ai nostri figli. Dico a tutte queste donne che vorrebbero fare la scelta come ho fatto io: non abbiate paura di disobbedire alla mafia, di disobbedire a queste famiglie mafiose, di liberare se stesse e il loro futuro, ma soprattutto di liberare il futuro dei propri figli. Iniziate a pensare con la vostra testa e riconoscetevi parte di un paese e di una società, non più di un mondo chiuso e malato, fatto di bugie e di prepotenza. Perché questa è la mafia”. La prima giornata di Contromafiecorruzione di Libera in corso di svolgimento a Vibo Valentia si è aperta con la testimonianza  una donna, madre che ha deciso di rompere I legami con il contesto mafioso che rivolge un appello alle donne di ‘ndrangheta.

“Questa strada – prosegue Maria Antonietta, nome di fantasia – non sarà mai semplice o lineare e richiede sempre un coraggio enorme, inimmaginabile. Ma vorrei che le donne di ‘ndrangheta non si sentissero sole. Attorno a loro e con loro si stanno facendo tanti sforzi per costruire un progetto di libertà sempre più realizzabile. Mi sento di dire grazie, grazie a Libera e alle istituzioni. Alle istituzioni chiedo, chiediamo a voce alta che ci aiutino, come ci ha aiutato il presidente Di Bella, come ci sta aiutando l’associazione Libera. Abbiamo vissuto tantissime difficoltà economiche, ma soprattutto per mantenere segreto il luogo dove abitavamo, perché non abbiamo una legge che ci tutela come ai collaboratori di giustizia. Quindi, alle istituzioni chiedo di aiutarci, perché ci vorrebbe una legge che tuteli davvero i nostri figli, garantendo l’accesso alla sanità, allo studio, anche al lavoro, evitando di mettere a rischio la nostra incolumità”.

“Questa strada – prosegue Maria Antonietta, nome di fantasia – non sarà mai semplice o lineare e richiede sempre un coraggio enorme, inimmaginabile. Ma vorrei che le donne di ‘ndrangheta non si sentissero sole. Attorno a loro e con loro si stanno facendo tanti sforzi per costruire un progetto di libertà sempre più realizzabile. Mi sento di dire grazie, grazie a Libera e alle istituzioni. Alle istituzioni chiedo, chiediamo a voce alta che ci aiutino, come ci ha aiutato il presidente Di Bella, come ci sta aiutando l’associazione Libera. Abbiamo vissuto tantissime difficoltà economiche, ma soprattutto per mantenere segreto il luogo dove abitavamo, perché non abbiamo una legge che ci tutela come ai collaboratori di giustizia. Quindi, alle istituzioni chiedo di aiutarci, perché ci vorrebbe una legge che tuteli davvero i nostri figli, garantendo l’accesso alla sanità, allo studio, anche al lavoro, evitando di mettere a rischio la nostra incolumità”.

Maria Antonietta è una delle prime madri che per dare un futuro ai propri figli ha aderito al protocollo “Liberi di scegliere.” L’incontro col presidente del tribunale dei minorenni di Reggio Calabria Roberto di Bella e con Don Luigi Ciotti ha dato la possibilità a lei e ai suoi figli di avere una nuova vita trasferendosi in un contesto completamente differente dalla città del sud dove il marito e tutta la sua famiglia è stato coinvolto i reati di associazione mafiosa che hanno comportato per alcuni membri della famiglia la morte e per altri il carcere in regime di 41 bis.

“Liberi di scegliere”, il progetto di Libera vuole mostrare ai figli delle famiglie criminali che esiste un altro mondo, un’alternativa allo stile di vita che hanno conosciuto sino a quel momento. Nel corso di questi anni sono state oltre cento le persone coinvolte in “Liberi di scegliere”: attualmente vengono seguite 24 nuclei con una cinquantina di persone, delle quali una decina di famiglie e alcune coppie di fratelli.

(foto web)

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