La verità del reale è nell’arte dell’informe: astrattismo e scienza si incontrano e completano

Gianpiero Menniti ha tenuto a Vibo Marina una presentazione delle opere dipinte dalla vibonese Antonella Di Renzo

Poesie d’Amore, quello assoluto con la A maiuscola, per accendere di luci il Santo Natale imminente. Ogni opera, dalla maggiormente ermetica alla più intelligibile, serba fra le trame del tratto contenuti nascosti non solo al pubblico ma perfino all’artista.

Mercoledì 18 dicembre, presso l’Auditorium “Giubileo 2000” della parrocchia Maria SS. del Rosario di Pompei a Vibo Marina, la rassegna ‘La Pace è il nostro Natale 2024’ ha presentato un incontro promosso dal Centro Studi e Ricerche Progetto Vibo Valentia. Il centro, nato come iniziativa associativa finalizzata a partorire un movimento partecipativo, è aperto a tutte e tutti i cittadini interessati a costruire una nuova idea di città, rispettosa della propria identità e dei ceti sociali esistenti ma al contempo proiettata verso visioni futuribili. Sul tema ‘L’arte come ricerca di senso’, nella conferenza intitolata ‘Gianpiero Menniti racconta l’opera artistica di Antonella Di Renzo’ il relatore ha introdotto le cultrici e i cultori d’arte alla conoscenza delle opere pittoriche e poetiche dell’autrice vibonese, presente con una mostra di capolavori scelti appositamente.

Mercoledì 18 dicembre, presso l’Auditorium “Giubileo 2000” della parrocchia Maria SS. del Rosario di Pompei a Vibo Marina, la rassegna ‘La Pace è il nostro Natale 2024’ ha presentato un incontro promosso dal Centro Studi e Ricerche Progetto Vibo Valentia. Il centro, nato come iniziativa associativa finalizzata a partorire un movimento partecipativo, è aperto a tutte e tutti i cittadini interessati a costruire una nuova idea di città, rispettosa della propria identità e dei ceti sociali esistenti ma al contempo proiettata verso visioni futuribili. Sul tema ‘L’arte come ricerca di senso’, nella conferenza intitolata ‘Gianpiero Menniti racconta l’opera artistica di Antonella Di Renzo’ il relatore ha introdotto le cultrici e i cultori d’arte alla conoscenza delle opere pittoriche e poetiche dell’autrice vibonese, presente con una mostra di capolavori scelti appositamente.

Il critico d’arte e critico letterario – attivo peraltro come giornalista, scrittore, editor, spin doctor, copywriter, ghost-writer, Web writer, social media marketer, consulente in comunicazione e marketing, soggettista e sceneggiatore – ha amabilmente intrattenuto la platea interrogandosi sul significato più autentico da assegnare al mondo della creazione artistica. A due passi dal mare, luogo del mistero di cui si percepisce in modo unico la superficie, quello stesso mare si è erto a simbolo dell’abisso, abisso dalle profondità ignote e terrificanti. Forse che non sia un abisso altrettanto oscuro l’arte, specie se contemporanea?

Antonella Di Renzo, con il suo estro fuori dal comune, ne è espressione vivente, rappresentante di una provincia oltremodo vivace nella produzione poetica – in senso lato, dal greco antico “poiéō” che sta a significare “io creo” – . L’arte coinvolge senza sosta, per suo statuto anela a scendere nelle profondità dell’animo; mai compiuta, mai definita, è ricerca pura. Non essendo utile a fini pratici, ha un che di sacrale: accompagna l’essere umano nel percorso di avvicinamento al proprio sé, componendo una comunione di intenti e sensibilità tra individui risvegliati dal bello. Non è tuttavia la bellezza il fine ultimo – di questa si occupa chi fa decorazione – , quanto la Verità universale, bisogno impellente e lancinante che obbliga l’artista a metter mano sulla tela. “Ut pictura poësis”, riprendendo Simonide di Ceo, scriveva Quinto Orazio Flacco; principio estetico che suggella in eterno un’identità inscindibile: pittura quale poesia muta e poesia quale pittura parlante.

La pittrice si è così lasciata trasportare proponendo un reading di alcuni componimenti, ispirati dai e ispirazione per i quadri, declamati dalla raccolta ‘Il suono del silenzio’. Da ‘Sono con te’, inno al Creatore dell’Universo – “sarò scintilla dell’Amore Divino” – , ad ‘Armonia’, lirica delle contraddizioni e imperfezioni – “I miei difetti sono i miei talenti” – , per conchiudere con ‘Vibo mia’, elogio innamorato della terra natia – “gli incendi di tramonti fatati coronati dallo Stromboli d’oro” – . Gianpiero Menniti insegna che l’arte è al di là della cosa, anzi la ricerca prima ancora che si manifesti nel fenomenico. Non ha forma, non può descrivere le forme; se non nell’inganno! La medesima Fisica del Novecento ha chiarito come le sostanze a noi visibili non siano che energia, un’energia che solo l’arte, senza una piena autocoscienza, può avere la presunzione di tradurre in immagine, icastica o verbale o plastica o performativa che sia.

L’espressione dell’Io interiore è necessità inestinguibile, pure nell’era della scienza e della tecnica.

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