Si è tenuta oggi a Lamezia, nella sala Ferrante dell’ospedale cittadino, un corso specialistico per l’utilizzo di un tromboelastografo, la cui importante funzione sarà quella di monitorare in pochi minuti (da 20 a 40) lo stato coagulativo ed emostatico di tutti quei pazienti che per le loro patologie – e quindi per i farmaci che assumono, o per l’insorgenza acuta di un deficit della cosiddetta cascata coagulativa in una delle sue complesse componenti – potrebbero andare incontro a delle gravi complicanze emorragiche o trombotiche, entrambe capaci di mettere a repentaglio la vita degli stessi pazienti, prima, durante o successivamente ad eventuali procedure chirurgiche, gestazionali o rianimatorie.
Numerosi i partecipanti, in particolare trasfusionisti e anestesisti, particolarmente interessati all’utilizzo pratico e teorico dello strumento e all’interpretazione dei suoi grafici e dei test che riesce ad eseguire.
Numerosi i partecipanti, in particolare trasfusionisti e anestesisti, particolarmente interessati all’utilizzo pratico e teorico dello strumento e all’interpretazione dei suoi grafici e dei test che riesce ad eseguire.
Gli ambiti di applicazione sono vari e interessano svariate tecniche specialistiche: chirurgia maggiore addominale; chirurgia toracica; traumatologia; ostetricia; rianimazione; chirurgia ortopedica; cardiologia: trattamento dell’IMA; cid (coagulopatia intravascolare disseminata).
L’aumentata incidenza nella popolazione del numero di pazienti che assumono in maniera cronica i farmaci agenti sul sistema coagulativo o la presenza di malattie autoimmuni o di deficit o anomalie dei fattori della coagulazione sottopone quotidianamente i dirigenti clinici, i chirurghi in generale, i dirigenti ostetrici e ortopedici nonché gli stessi trasfusionisti e i farmacisti ospedalieri a numerosi interrogativi sulla corretta strategia terapeutica multidisciplinare da approntare in sede interventistica, se dovesse essere necessario un qualsiasi trattamento di natura invasiva.
Parimenti, traumi e politraumi, nonché interventi ortopedici di notevole impegno, possono di per sé attivare improvvise anomalie coagulative sia in senso trombotico che al contrario emorragico.
Anche la chirurgia ostetrica o ginecologica può complicarsi con gravi quadri di coagulopatie, dovute a svariati e molteplici fattori, richiedendo la somministrazione di farmaci emostatici, la cui scelta sarà resa ancora più accurata proprio dal monitoraggio attuato col tromboelastografo.
Una doverosa attenzione per l’impegno va rivolta all’unità operativa di medicina trasfusionale, del dipartimento dei servizi sanitari e della farmacia ospedaliera impegnate negli ultimi mesi anche a rendere più accessibile e trasformare il Servizio di terapia anticoagulante orale, dedicato ai pazienti scoagulati, il tutto affiancati e sostenuti dal personale della struttura complessa “Provveditorato Economato e Gestione Logistica” della Asp di Catanzaro, nonché dalla sensibilità e lungimiranza del commissario straordinario Antonio Battistini, del direttore sanitario Antonio Gallucci e della direttrice ammnistrativa Tiziana Ciuci, che ha permesso di dotarsi di una strumentazione unica nel suo genere (in Calabria esistono altri solo 3 analizzatori installati a Reggio C., Castrovillari e al Policlinico di Germaneto) permettendo di aumentare in maniera significativa la sicurezza operatoria del presidio ospedaliero lametino.