Quando a lasciare è un medico, un primario, un simbolo di competenza e resistenza in un sistema spesso sordo, la notizia pesa come un macigno. Il dottor Vincenzo Mangialavori, primario di Ginecologia dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia, ha rassegnato le proprie dimissioni. Una decisione che – come spesso accade – parla molto più delle tante parole mai dette.
A spiegarne il senso, ci ha pensato chi, come lui, vive ogni giorno i paradossi della sanità calabrese. È la dottoressa Alessia Piperno, medico e delegata provinciale del Sindacato Medici Italiani (SMI Confsal).
“La verità si costruisce solo con il confronto – scrive – altrimenti si cade nell’oblio della rassegnazione, e a quel punto c’è da chiedersi se per apatia o convenienza. Evidentemente a questa convenienza il collega non ha voluto piegarsi”.
Mangialavori, da anni in prima linea in un reparto essenziale per la salute delle donne, ha più volte denunciato criticità e disfunzioni. Ma, a quanto pare, le sue segnalazioni sono cadute nel vuoto. Nessun confronto, nessun segnale. Solo silenzio.
“La sua voce oggi non può e non deve restare inascoltata, il suo urlo – prosegue la Piperno – dovrebbe essere piuttosto abbracciato da tutti i colleghi vibonesi. Non è più tempo di lamentele a denti stretti e di diritti sussurrati, questo è il momento di alzarci tutti e insieme abbracciare le parole del primario, facendole diventare un unico coro”.
La lettera del sindacato non è solo un atto di solidarietà, ma un invito a non arrendersi, a restare: “A lui, come Sindacato Medici Italiani, rivolgiamo il nostro pieno sostegno. Qualsiasi siano le motivazioni, siamo certi che la decisione non sia stata presa a cuor leggero”.
Ma poi, l’appello si fa personale. Umano. Femminile. “Personalmente – scrive ancora la dottoressa Piperno – come collega e donna vibonese, le chiedo primario di rivalutare la sua posizione. Anche in questo caso saranno le donne vibonesi a pagare l’amaro conto di un professionista in meno e di un reparto senza guida. Abbiamo bisogno di lei, della sua professionalità e competenza”.
Nel silenzio delle stanze d’ospedale, tra le corsie stanche e gli sguardi delle pazienti, resta ora il vuoto di un medico che ha sempre creduto nel servizio pubblico.
Ma non tutto è perduto: “La strada non sarà semplice – conclude Piperno – e lo si capisce bene anche dalle sue importanti parole. Ma noi ci siamo. Primario, ritorni. Resista”.