C’è un filo sottile ma resistente che attraversa la storia della critica musicale italiana e arriva fino a Vibo Valentia. Quel filo porta il nome di Paolo Isotta, musicologo, intellettuale, scrittore, maestro di libertà critica e voce tra le più intransigenti e illuminate del panorama culturale nazionale. A lui, quattro anni dopo la scomparsa, il Conservatorio “Fausto Torrefranca” decide di rendere un omaggio che non è solo memoria, ma investimento sul futuro: l’inaugurazione dell’Aula della Biblioteca e del Fondo bibliografico-musicale a lui dedicati. L’appuntamento – sabato 29 novembre 2025, alle ore 17:30, nella Sala Concerti del Conservatorio, ospitato nell’elegante ex Collegio dei Gesuiti – si annuncia come un momento di grande rilevanza culturale, non solo per la città ma per l’intero territorio musicale italiano.
Ascoltare e pensare la musica
Ascoltare e pensare la musica
Paolo Isotta (1950–2021) è stato molto più di un critico. La sua scrittura – lucida, appassionata, coltissima – ha segnato la storia della riflessione musicale contemporanea. Dalle aule dei Conservatori “F. Cilea” di Reggio Calabria e “San Pietro a Majella” di Napoli, dove ottenne la cattedra a soli ventun anni e divenne poi Professore Emerito, fino alle pagine del Corriere della Sera, che per oltre trent’anni ha ospitato le sue analisi taglienti e le sue intuizioni, Isotta ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile. La sua erudizione sterminata, la capacità di dialogare con secoli di pensiero musicale e di attraversare con tempra da esploratore le grandi partiture occidentali ne hanno fatto una figura centrale, spesso controversa, sempre ascoltata.
Un patrimonio vivo di musica
Il cuore dell’omaggio del Conservatorio è la costituzione del Fondo bibliografico-musicale, un nucleo prezioso proveniente dalla biblioteca personale del musicologo. Un patrimonio di rarità editoriali e materiali di studio che raccontano una vita trascorsa dentro le partiture. Accanto alle edizioni critiche internazionali di pregio – Eulenburg, Peters, Ricordi, Durand, Universal – il Fondo ospita partiture sinfoniche, teatrali, cameristiche, sacre; riduzioni canto-pianoforte; partiture tascabili; materiali comparativi e analitici. Un viaggio attraverso l’intera tradizione musicale occidentale: da Vivaldi, Bach, Händel a Mahler, Strauss, Shostakovich, passando per Verdi, Puccini, Rossini e Wagner. Tra i tesori più affascinanti, le annotazioni autografe di Isotta: note ai margini, confronti, riflessioni, intuizioni critiche che restituiscono l’impronta della sua mente e il respiro del suo ascolto. Il materiale – in fase avanzata di catalogazione – sarà ospitato nell’Aula della Biblioteca a lui intitolata e presto consultabile anche tramite il catalogo nazionale Sbn.
Il documentario e il concerto
Alle ore 18, la celebrazione proseguirà con la prima nazionale del documentario La Virtù dell’Elefante. Omaggio a Paolo Isotta, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà e diretto da Fabio Tricarico, presente in sala. Nato da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, con musiche originali di Nazzareno Carusi, il film ricompone un ritratto intimo e intenso attraverso materiali d’archivio e testimonianze preziose. Compongono il mosaico narrativo, oltre allo stesso Isotta, personalità come Peppe Barra, Giulia Ambrosio, Pietrangelo Buttafuoco, Vittorio Sgarbi, Ferruccio de Bortoli e Antonio Bassolino. A chiudere la serata, alle 18:30, il concerto dell’Orchestra del Conservatorio “Torrefranca”, diretta dal Maestro Eliseo Castrignanò, con un programma dedicato a Nicola Antonio Manfroce, figura eminente della tradizione musicale calabrese.
Un’eredità che diventa futuro
Con questa iniziativa, il Conservatorio “Fausto Torrefranca” non si limita a custodire la memoria di uno dei protagonisti della cultura musicale italiana: sceglie di trasformarla in strumento di crescita, conoscenza e libertà intellettuale. La musica, per Isotta, era un territorio da esplorare con rigore e passione, senza compromessi né riverenze. Ora quella visione, quel metodo e quell’inesauribile sete critica trovano casa a Vibo Valentia. E nelle mani di studenti, studiosi e musicisti chiamati a continuare – con la stessa libertà – il cammino che lui ha tracciato.


