Da giovedì scorso le aule del Liceo Scientifico “G. Berto” di Vibo Valentia restano in gran parte vuote. Gli studenti hanno deciso di non entrare, e anche oggi – martedì 11 novembre – la scena non è cambiata: corridoi deserti, lezioni a metà, voci che rimbalzano tra chat e gruppi di classe. Il motivo? Un presunto topo avvistato nei locali della scuola, in particolare nel seminterrato. Una presenza mai confermata, ma sufficiente a scatenare timori, sospetti e una protesta che ora rischia di allungarsi.
Gli studenti ancora diffidenti
Gli studenti ancora diffidenti
Secondo quanto dichiarano i rappresentanti degli studenti, “non sono state fornite garanzie sufficienti che la derattizzazione sia stata effettivamente completata”. Per questo, spiegano, “molti ragazzi preferiscono non rientrare finché non ci sarà una comunicazione chiara e ufficiale”. Una posizione di prudenza, ma anche di sfiducia, che contrasta nettamente con la versione fornita dalla dirigente scolastica, Licia Bevilacqua, in una comunicazione indirizzata ai genitori: “Giovedì scorso – scrive Bevilacqua – a seguito di una notizia infondata sulla presenza di un topolino nel seminterrato, gli studenti hanno deciso di non presentarsi alle lezioni. Nella stessa giornata ho contattato l’ente locale competente richiedendo un intervento urgente, confermato anche tramite Pec letta dagli stessi rappresentanti d’istituto.” La dirigente aggiunge che venerdì mattina l’ente locale ha inviato il responsabile della derattizzazione, il sig. Giannini, che sarebbe intervenuto due volte, l’ultima lunedì per un controllo definitivo. “Lo stesso responsabile – sottolinea Bevilacqua – è stato visto in azione dagli studenti presenti”.
Toni fermi anche sul fronte disciplinare
“Le assenze di venerdì e lunedì risultano ingiustificate e possono incidere sull’attribuzione del voto di comportamento”, avverte la dirigente, invitando le famiglie a non giustificare automaticamente i figli “nel loro naturale desiderio di trovare qualunque motivo per assentarsi”. Parole che hanno acceso ulteriormente il dibattito tra genitori e studenti. “Non si tratta di giustificazioni o scuse – ribatte una madre – ma di sicurezza. Se c’è stata una derattizzazione, che si mostri una certificazione ufficiale. Nessuno vuole creare problemi, ma la fiducia non si impone per circolare interna.”
Quando il dialogo è fragile
In mezzo, i docenti: divisi tra la volontà di riprendere le lezioni e la consapevolezza che il clima dentro la scuola è tutt’altro che sereno. La vicenda del Liceo Berto, partita da un episodio apparentemente marginale, è diventata in pochi giorni una fotografia della distanza crescente tra istituzioni scolastiche e studenti, tra la burocrazia delle Pec e la percezione concreta di sicurezza. Un “caso di topi” che, al di là dell’aneddoto, rivela qualcosa di più serio: la fragilità del dialogo all’interno del mondo della scuola. Dove, a volte, non basta una derattizzazione per ristabilire la fiducia.
Topi a scuola, ragazzi fuori: la protesta degli studenti del Liceo scientifico “Berto” di Vibo


