Mare pulito, la Regione stringe il cerchio sulla maladepurazione: gps, droni e radar per difendere l’ambiente

Occhiuto: serve rigore assoluto, i calabresi e i turisti hanno diritto a un mare cristallino
mare sporco

Un mare più pulito, un sistema di depurazione più efficiente e controlli sempre più stringenti. È questa la missione che la Regione Calabria ha rilanciato questa mattina con un tavolo interistituzionale convocato dal presidente Roberto Occhiuto e dall’assessore all’Ambiente Giovanni Calabrese.

“Il mare calabrese è un patrimonio da difendere con ogni mezzo. Non possiamo permettere che la maladepurazione continui a minacciare la nostra costa e la nostra economia turistica”, ha affermato Occhiuto aprendo i lavori nella sede della Cittadella. “Serve rigore, tecnologia e collaborazione tra istituzioni”.

“Il mare calabrese è un patrimonio da difendere con ogni mezzo. Non possiamo permettere che la maladepurazione continui a minacciare la nostra costa e la nostra economia turistica”, ha affermato Occhiuto aprendo i lavori nella sede della Cittadella. “Serve rigore, tecnologia e collaborazione tra istituzioni”.

Un esercito per l’ambiente

Al tavolo erano presenti tutti gli attori chiave: dai prefetti calabresi ai procuratori di Vibo Valentia, Lamezia Terme e Paola, dai comandanti di Carabinieri, Guardia di Finanza e Capitanerie di Porto, fino ai vertici di Arpacal, Sorical, Arrical e della Stazione Zoologica Anton Dohrn.

“Stiamo costruendo una rete di controllo capillare – ha spiegato Calabrese – un’alleanza concreta tra Regione, forze dell’ordine, magistratura e comuni. Questo è il modo migliore per tutelare l’ambiente e l’immagine della Calabria”.

Tecnologia al servizio del mare

Il piano d’azione, già attivo da settembre 2024 in vista dell’estate 2025, prevede una serie di attività operative che mescolano innovazione e controllo del territorio: monitoraggio Gps degli autospurghi, droni a lungo raggio con radar Sar per individuare scarichi abusivi, battelli antinquinamento “Pelikan”, campionamenti straordinari delle acque e sopralluoghi mirati sugli impianti di depurazione.

“Abbiamo messo in campo strumenti di monitoraggio che fino a pochi anni fa sembravano fantascienza – ha sottolineato l’assessore – e i risultati ci stanno dando ragione: gli sversamenti sono in calo, e i controlli disincentivano le pratiche illegali”.

Risultati e investimenti record

Il lavoro avviato fin dal 2022 ha prodotto dati incoraggianti: 294 alvei puliti nel solo 2025, oltre 500 impianti e stazioni di sollevamento coinvolti negli interventi, un incremento significativo dello smaltimento fanghi e un maggiore efficientamento del sistema depurativo regionale.

“La Regione ha già stanziato 15 milioni di euro per il 2025 solo per migliorare gli impianti attraverso Sorical – ha annunciato Occhiuto – a cui si aggiungono altri 121 milioni da fondi Por, Fsc e Pnrr per un totale di 51 interventi”.

Gli interventi toccano ogni aspetto della filiera depurativa: sostituzione di pompe di sollevamento, smaltimento dei fanghi, manutenzione elettromeccanica, installazione di nuovi serbatoi e apparecchiature.

Una sfida culturale e ambientale

“La difesa del mare calabrese – ha concluso il governatore – è anche una battaglia culturale. Dobbiamo superare decenni di disattenzione e illegalità. Questo sforzo collettivo dimostra che possiamo voltare pagina, ma serve l’impegno di tutti: istituzioni, cittadini e imprese”.

La Calabria, insomma, sembra decisa a cambiare rotta. E stavolta, tra radar e droni, nessuno potrà più inquinare nell’ombra.

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