Maria Limardo ammette: mi sono aggrappata alle istituzioni per non subire l’onta dello scioglimento (video)

Il primo cittadino si congeda con una corposa relazione di fine mandato nella quale elenca tutte le opere realizzate e il risanamento dei conti

Una relazione di fine mandato che il sindaco Maria Limardo ha illustrato con enfasi e una certa emozione, forse anche con un pizzico di rammarico. Al punto che nell’aula di palazzo Luigi Razza, sede del Municipio di Vibo Valentia, fino a pochi minuti fa echeggiava una domanda che nessuno ha posto al primo cittadino: ma se il bilancio è più che positivo allora perché il suo schieramento politico (il centrodestra) ha ritenuto non ricandidarla? Interrogativo di fronte al quale il sindaco risponderebbe: sono stata io a non accettare!

Ma sappiamo tutti, lei per prima, che le cose non stanno così. Il centrodestra l’ha fatta fuori e al suo posto ha preferito Roberto Cosentino. In ogni caso Maria Limardo oggi ha risposto direttamente e indirettamente a tutti; al di là delle parole, delle analisi e, naturalmente, dei punti di vista, ha sbandierato la sua relazione di fine mandato. Ma prima di farlo ha fatto una premessa nella quale ha messo tutta la sua carica emotiva e passionale: <Guardate indietro e pensate a com’era la città nel 2019. Una vero e proprio disastro, una città senza regole, nel caos. Avevo gli ambulanti persino all’ingresso del Municipio. Mi sono resa conto che dovevo rimboccarmi le maniche. Dopo poche settimane il maxi blitz della Guardia di Finanza negli uffici. Settanta uomini in divisa a setacciare le stanze. A distanza di un mese la poderosa operazione antimafia Rinascita Scott. Per me un vero e proprio shock. Temevo che da un giorno all’altro il Comune fosse sciolto, commissariato. Mi sono aggrappata alle nostre istituzioni con tutta me stessa: al Prefetto, al Questore e al Procuratore della Repubblica. Oggi li ringrazio per avermi guidata>.

Ma sappiamo tutti, lei per prima, che le cose non stanno così. Il centrodestra l’ha fatta fuori e al suo posto ha preferito Roberto Cosentino. In ogni caso Maria Limardo oggi ha risposto direttamente e indirettamente a tutti; al di là delle parole, delle analisi e, naturalmente, dei punti di vista, ha sbandierato la sua relazione di fine mandato. Ma prima di farlo ha fatto una premessa nella quale ha messo tutta la sua carica emotiva e passionale: <Guardate indietro e pensate a com’era la città nel 2019. Una vero e proprio disastro, una città senza regole, nel caos. Avevo gli ambulanti persino all’ingresso del Municipio. Mi sono resa conto che dovevo rimboccarmi le maniche. Dopo poche settimane il maxi blitz della Guardia di Finanza negli uffici. Settanta uomini in divisa a setacciare le stanze. A distanza di un mese la poderosa operazione antimafia Rinascita Scott. Per me un vero e proprio shock. Temevo che da un giorno all’altro il Comune fosse sciolto, commissariato. Mi sono aggrappata alle nostre istituzioni con tutta me stessa: al Prefetto, al Questore e al Procuratore della Repubblica. Oggi li ringrazio per avermi guidata>.

Adriana Teti

E poi ancora: <Il timore di un secondo dissesto mi ha fatto passare giornate terribili. Con i miei collaboratori ed i miei dirigenti abbiamo lavorato sodo, piano piano abbiamo risalito la china. Oggi consegniamo un bilancio risanato. Un fondo cassa di 39 milioni di euro mentre noi ne avevamo ereditati solo 13. Abbiamo ricostituito fondi per 23 milioni che dovevano servire per la realizzazione della tangenziale di Vibo, e che invece erano stati utilizzati dai miei predecessori per altri scopi. Ora quell’opera si può fare>.

E poi la dotazione organica. Accanto a Maria Limardo oggi c’era anche Adriana Teti, la dirigente che ha firmato di tutto. E’ finita nei guai anche negli appalti del passato per la nettezza urbana; il processo è in corso. Ma in questo caso l’amministrazione, non si è costituita parte civile. Un dettaglio, che nessuno vuole ricordare. Neanche le opposizioni.

Il sindaco con orgoglio ha annunciato che oggi a palazzo Luigi Razza ci sono cinque dirigenti; il concorso per un sesto è in dirittura d’arrivo. Al suo insediamento, cinque anni fa, erano solamente due. Poi la sfilza di appalti a cominciare dalle opere finanziate con la rigenerazione urbana, la messa in sicurezza, i lavori avviati e in dirittura d’arrivo. Cantieri ovunque. Un peccato che molto spesso, forse la fretta, ha portato a fare vincere solo l’approssimazione.

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