Una riunione attesa, delicata, decisiva. Nelle scorse ore attorno al caso del piccolo Mariano – un bambino affetto da una complessa e rara forma di obesità pediatrica – si sono seduti allo stesso tavolo la famiglia, la Direzione generale dell’Asp di Catanzaro, la direttrice della Pediatria dell’ospedale di Lamezia Terme e il direttore del Distretto sanitario lametino. Un confronto serrato, necessario, che ha avuto un obiettivo preciso: costruire una presa in carico reale, non solo dichiarata, capace di accompagnare Mariano e i suoi familiari in un percorso terapeutico finalmente chiaro e condiviso.
Assistenza domiciliare
Assistenza domiciliare
Al centro della discussione, due snodi fondamentali: da un lato il potenziamento dell’assistenza domiciliare, dall’altro la definizione della gestione clinica complessiva del bambino. Sul primo fronte, la decisione è arrivata netta: il Distretto di Lamezia Terme attiverà un progetto dedicato e rafforzato di assistenza a casa, così da garantire al piccolo il supporto quotidiano di cui ha bisogno e alleggerire il carico – fisico ed emotivo – che da mesi pesa sulla famiglia.
Centro di alta qualificazione
Per la parte clinica, la scelta è ricaduta su un Centro di alta qualificazione per l’obesità pediatrica, già individuato e contattato dall’Asp. Sarà questa struttura, riconosciuta come eccellenza nazionale, a definire un percorso terapeutico personalizzato, calibrato sulle esigenze del bambino e sulle specificità della patologia. Un modello che punta a limitare gli spostamenti solo agli interventi realmente indispensabili, preservando la quotidianità di Mariano e al contempo garantendo le migliori competenze possibili.
Coordinamento essenziale
Nella nota ufficiale diffusa dall’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro si sottolinea come la riunione rappresenti «un modello di presa in carico reale e integrata», frutto della cooperazione tra più livelli del sistema sanitario regionale. Un coordinamento che mette in campo risorse assistenziali, organizzative e professionali capaci di completare – senza sovrapporsi – le attività altamente specialistiche necessarie nei casi di malattie rare.
I pazienti più fragili
Un messaggio chiaro, che va oltre la singola vicenda: quando le istituzioni sanitarie dialogano, collaborano e condividono obiettivi, la Calabria può davvero prendersi cura dei suoi pazienti più fragili. E per Mariano, oggi, questo significa una promessa concreta: non essere lasciato solo.


