Medici “imboscati” e inidonei, Tavernise lancia l’allarme: dossier sotto la lente della Corte dei Conti

Il capogruppo M5S in Consiglio regionale accusa: negato l’accesso agli atti, chiedo l’intervento del Difensore Civico

“Da tempo denuncio il fenomeno dei medici ‘inidonei’ e imboscati negli uffici amministrativi delle Asp calabresi. Oggi la Corte dei Conti, nella relazione del procuratore contabile Romeo Ermenegildo Palma, riprende il mio allarme: la Calabria detiene un triste primato nazionale per certificati di inidoneità nel settore sanitario”. Così esordisce il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Davide Tavernise, che prosegue parlando della difficile situazione che sta vivendo la sanità calabrese.

Carenza di personale

Carenza di personale

Secondo il documento della Corte dei Conti, più di 1.300 dipendenti sanitari risultano inidonei o con limitazioni di servizio, molti dei quali con certificati “rilasciati in circostanze poco chiare”. Di questi, oltre 120 operatori sanitari sono stati trasferiti in ruoli amministrativi, mentre gli ospedali soffrono di una cronica carenza di personale. Inoltre, Tavernise denuncia la parzialità di molte commissioni interne che firmano i certificati di inidoneità, compromettendo così la trasparenza del sistema sanitario regionale.

“Ma la problematica non è ancora stata risolta. E per avere un quadro completo della situazione regionale, aspetto ancora i dati dell’ASP di Cosenza, dati che ad oggi mi sono stati negati,” afferma il capogruppo, sottolineando il rifiuto dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza a fornire i dati richiesti.

Il “silenzio” dell’Asp

Tavernise, infatti, il 25 febbraio 2025, ha presentato una richiesta di riesame al Difensore Civico regionale, a causa del “silenzio” dell’Asp di Cosenza sulla sua richiesta di accesso agli atti relativi ai dipendenti impiegati in mansioni diverse da quelle per cui sono stati assunti e sulle certificazioni di inidoneità. “Mentre tutte le altre Asp e Aziende ospedaliere della Calabria hanno risposto correttamente a richieste analoghe, l’Asp di Cosenza continua a negare informazioni fondamentali per la trasparenza e il controllo istituzionale. Si tratta di un comportamento inaccettabile che ostacola il mio diritto di esercitare il mandato con piena conoscenza delle condizioni in cui versa la sanità pubblica calabrese”.

Il capogruppo M5S ricorda anche che, nella risposta ricevuta dal commissario straordinario Antonio Graziano nel dicembre 2022, l’Asp di Cosenza aveva dichiarato che “raccogliere questi dati sarebbe di difficile rilevazione” a causa dell’alto numero di dipendenti, circa 5mila unità. “Una giustificazione che suona come una resa: possibile che un’amministrazione sanitaria non abbia il controllo sul proprio personale?” ribadisce Tavernise, sollevando dubbi sul funzionamento dell’apparato amministrativo sanitario.

Le promesse di Occhiuto

“Numeri che fanno riflettere, soprattutto se si ricorda la forte denuncia del presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto, che nei mesi scorsi, con tanto di post e video sui social, aveva parlato di oltre mille infermieri inidonei e promesso una grande indagine sul fenomeno. Indagine che, a quanto pare, è rimasta nel cassetto,” continua Tavernise, provocando una riflessione sull’efficacia delle promesse fatte dal governatore.

“In definitiva, chi si è imboscato meglio? Alcuni operatori sanitari o lo stesso Occhiuto, che sulla sanità continua a fare grandi annunci e sparire quando c’è da dare risposte?” conclude il capogruppo M5S, chiedendo al Difensore Civico di intervenire non solo per sbloccare la situazione, ma anche di valutare la nomina di un commissario ad acta per garantire trasparenza e chiarezza.

“Non possiamo accettare che in Calabria l’accesso agli atti diventi un percorso a ostacoli. La sanità pubblica appartiene ai cittadini, e i cittadini hanno diritto a sapere come vengono gestite le risorse e il personale sanitario. Continuerò a battermi affinché venga fatta piena luce su questa vicenda”.

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