Non si può certo negare che nella nostra città abbondino i luoghi dedicati alla conoscenza del patrimonio locale e alla libera espressione artistica, pur se non sempre se ne usufruisce a dovere. Ciò che invece mancava, con la novità di questa settimana non mancherà più.
Il nastro di inaugurazione è stato tagliato lunedì 23 settembre a ‘Il Salottino’ dal padrone di casa Domenico Grillo, ideatore della nuova attività dal titolo ‘A zonzo con la cultura’. Ogni lunedì, dalle 18 alle 20 nella sede dell’Associazione Socio-Culturale Vibo Valentia Città antica-Storia e società – Via Casalello 9 – , le vibonesi e i vibonesi sono invitati a intavolare discussioni su qualsiasi argomento di interesse comune, con un occhio di riguardo alla realtà territoriale: “poesie, scambi di attività letterarie, appunti di lingua italiana, commenti su libri di autori locali, saggi ecc.”. Non più dunque conferenze cattedratiche con chi fa attivamente da relatore e chi passivamente da pubblico; il mutamento di prospettiva sta nell’aver consegnato gratuitamente alla cittadinanza uno strumento di condivisione senza limitazioni.
Il nastro di inaugurazione è stato tagliato lunedì 23 settembre a ‘Il Salottino’ dal padrone di casa Domenico Grillo, ideatore della nuova attività dal titolo ‘A zonzo con la cultura’. Ogni lunedì, dalle 18 alle 20 nella sede dell’Associazione Socio-Culturale Vibo Valentia Città antica-Storia e società – Via Casalello 9 – , le vibonesi e i vibonesi sono invitati a intavolare discussioni su qualsiasi argomento di interesse comune, con un occhio di riguardo alla realtà territoriale: “poesie, scambi di attività letterarie, appunti di lingua italiana, commenti su libri di autori locali, saggi ecc.”. Non più dunque conferenze cattedratiche con chi fa attivamente da relatore e chi passivamente da pubblico; il mutamento di prospettiva sta nell’aver consegnato gratuitamente alla cittadinanza uno strumento di condivisione senza limitazioni.
I primi interventi sono toccati a Irene Galati, Carlo De Nino e Antonella Di Renzo; e la poesia l’ha fatta da padrona.
Irene è un’attrice, pittrice, poetessa e scrittrice. Le piace stendere righe e parole partendo dall’osservazione del mondo, prendendo spunto da quanto le accade quotidianamente, ma rigorosamente quando è giù di morale. Un pessimismo che si nota dai componimenti che ha letto ad alta voce, già editi in pubblicazioni: ‘Inverno’, che descrive la natura al triste e nostalgico avvicinarsi della brutta stagione – opera segnalata come meritevole di attenzione al Premio di Poesia Il mite canto delle ginestre di Francesca Misasi nel 2019 – ; ‘Per l’ultima volta’, congedo che sa di addio dalla persona amata, istante catturato appena prima di una partenza; ‘A mia madre’, un canto alla genitrice scomparsa tredici anni fa ma redatto quando ancora era in vita, da cui si emana un amore sconfinato eppure difficilmente esprimibile; ‘Il camino’, che disegna il crepitio di un fuoco da caminetto, acceso in una casa buia e vuota; ‘Pecore’, ironicamente dedicata a una già amica comportatasi male; ‘Tenerezza’, che ripercorre un amore giovanile e il tenero viso di un ragazzo simile a un cucciolo indifeso.
Carlo è un pittore e fisioterapista e ha lavorato per il Presidio Ospedaliero “G. Jazzolino”, oltreché da docente in corsi di formazione. Quasi mai declama in pubblico ma si diletta nella stesura di poesie quando è indaffarato nelle più impensabili attività di ogni giorno, dalla guida dell’autovettura alle incombenze in ospedale. I versi gli vengono come flash, tanto che una volta ha stracciato un pezzo di lenzuolo in ospedale perché sprovvisto in quel preciso istante di foglietti di carta. I suoi componimenti si distinguono difatti per la brevità: ‘Ho calpestato la mia ombra’ presenta l’ombra come compagna di vita, ‘La mia ombra’ la immagina come indistruttibile e onnipresente, ‘Ogni giorno sei’ figura qualcuno che non lo lascia mai, ‘Peripezie dell’anima’ registra i propri turbamenti interiori, ‘Piove’ rappresenta gocce d’acqua che cadono sull’anima, ‘Udite udite’ è un divertissement con improbabili personaggi accorsi da tutto il mondo per un festival altrettanto improbabile.
Infine Antonella Di Renzo, affermata e rinomata artista che non ha bisogno di presentazioni, ha letto con intenso trasporto emotivo alcune poesie scelte sul momento e tratte dalla sua raccolta ‘Il suono del silenzio’, nonché un paio di capitoli tratti dal romanzo ‘Un’email per errore’ di Domenico Grillo.
Una tavola rotonda per riflettere e interrogarsi insieme. Chi ha qualcosa da donare, si proponga!