Il sindaco uscente Pino Marasco si candida a gestire per un altro lustro palazzo Convento, sede municipale. A mezzogiorno in punto, infatti, le porte dell’ente si sono chiuse e sul tavolo della segretaria comunale è finita una sola lista, quella di “Rinascita democratica”. Ma nella stessa non mancano le sorprese. La prima riguarda il numero dei candidati alla carica di consigliere che, stranamente, si ferma a nove, minimo previsto, anziché dodici. La seconda non può che alimentare perplessità: a capolista, infatti, viene schierato il tabaccaio Carmine Zappia salito agli onori della cronaca per aver avuto il coraggio di denunciare e far condannare il boss Antonio Mancuso. Zappia da anni vive sotto scorta e la sua candidatura in una fase carica di incertezza e con l’incubo dello scioglimento che grava sul Comune, probabilmente, non se l’aspettava nessuno. Ha ormai maturato, comunque, vaste esperienze che gli dovrebbero essere sufficienti per ponderare adeguatamente ogni scelta. Se ha deciso di scendere in campo, evidentemente, lo ha fatto con cognizione di causa.
Nella lista dei candidati al consiglio comunale, risultano in elenco anche i sei consiglieri uscenti (Rosa Maria Barillari, Lorella Destefano, Antonio Francesco La Malfa, Giuseppe Leone, Robertino Massara e Marco Vecchio). Tra le new entry, oltre a Carmine Zappia, ci sono anche Rossella Aquilano e Antonio Galasso. Nell’ultima fase della legislatura, Marasco aveva perso per strada Valeria Caronte, Andrea Albanese e Carmelo Staropoli. La riconferma a palazzo Convento, comunque, per il sindaco uscente è dietro l’angolo. Dovrà conquistarsela voto per voto sino ad arrivare al numero di consensi necessario per superare il quorum. Ad agevolarlo c’è il fatto che la percentuale dei voti necessari è passata dal 50% dei votanti al 40%. Non vanno conteggiati neppure gli iscritti nelle liste degli italiani residenti all’estero (Aire), il che non è poco. Resta la stranezza della situazione che condanna la città a vivere in condizioni di disorientamento. Strada facendo bisognerà fare i conti con l’ansia alimentata dall’attesa del verdetto che, nel bene e nel male, dovrà essere adottato dal ministro Piantedosi o dal Consiglio dei ministri. Ogni seduta si starà col fiato sospeso. A cominciare da lunedì prossimo.