NIdiL e CGIL Calabria esprimono forte contrarietà rispetto alla decisione, comunicata da Anci Calabria, di rinviare ulteriormente – dal 31 maggio al 15 giugno – il termine per l’adesione dei Comuni alla piattaforma regionale per la stabilizzazione dei tirocinanti TIS. La proroga è arrivata su richiesta di alcuni sindaci, durante un incontro con la Regione.
Secondo le organizzazioni sindacali, questa seconda proroga non ha alcuna giustificazione tecnica né politica. Il primo slittamento era stato condiviso con i sindacati stessi, per dare tempo ai Comuni di valutare le nuove condizioni economiche dell’intervento regionale (aumento del contributo da 25mila a 40mila euro in quattro anni). Questo nuovo rinvio, invece, viene giudicato come un escamotage privo di utilità reale, destinato solo a guadagnare tempo senza cambiare le scelte già fatte.
“I Comuni intenzionati a stabilizzare – affermano NIdiL e CGIL – avrebbero già aderito. Chi ha deciso di non farlo, continuerà a rimandare, nella speranza di arrivare a ridosso di novembre e ottenere l’ennesima proroga. Così facendo, si continua a utilizzare lavoratori precari, senza contratto e senza tutele: una forma di precarietà legalizzata che sfiora il lavoro nero”.
Il sindacato ribadisce che la piattaforma per le assunzioni a tempo indeterminato è un passaggio importante, ma non sufficiente. L’attivazione dello “scivolo pensionistico” per i tirocinanti over 60 ha ridotto il numero degli aventi diritto, ma non ha risolto il problema nella sua interezza. La mancanza della storicizzazione delle risorse rende impossibile per molti Comuni procedere alle stabilizzazioni.
Per questo, NIdiL e CGIL chiedono di proseguire senza esitazioni il confronto con Regione e Anci, per dare risposte concrete a tutti i lavoratori esclusi dal processo di assunzione. “Nessuno pensi di prorogare all’infinito o, peggio, di abbandonare a casa chi ha lavorato per anni. Non lo permetteremo”.
Il timore dei sindacati è che questo nuovo rinvio comprometta l’intero percorso avviato, congelando il dibattito proprio quando sarebbe il momento di pianificare soluzioni alternative per chi resta fuori. “Il tempo delle scuse è finito – concludono –. Servono responsabilità, coraggio e rispetto per il lavoro svolto da questi uomini e donne. Per chi non sarà stabilizzato, va attivato subito un Piano Straordinario credibile, come già proposto dalla CGIL. Continuare a perdere tempo favorisce chi sfrutta e penalizza chi vuole costruire”.