“Bene culturale” è espressione che può trarre in inganno, data la connotazione squisitamente economica che si suole attribuire al primo termine. Ai manufatti percepibili dai sensi, a partire da alcuni decenni, la contemporanea sensibilità ha accostato valori ereditati e trasmessi per via orale nella vita delle persone.
Una fra le realtà formative vibonesi maggiormente efficienti e all’avanguardia, fiore all’occhiello nell’offerta cittadina, è di sicuro l’Iis Gagliardi-De Filippis-Prestia, polo professionale di recentissima istituzione.
Una fra le realtà formative vibonesi maggiormente efficienti e all’avanguardia, fiore all’occhiello nell’offerta cittadina, è di sicuro l’Iis Gagliardi-De Filippis-Prestia, polo professionale di recentissima istituzione.
Con il patrocinio del Club per l’Unesco di Vibo Valentia, della comunità locale dell’Associazione Italiana dei Clubs Wigwam Aps, dell’associazione di promozione sociale MedExperience, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e del Csv Catanzaro Crotone Vibo Valentia-Calabria Centro, l’aula seminari dell’Ipseoa Gagliardi lunedì 18 novembre ha ospitato la mattinata di studi ‘Ulivo e olio extravergine: storia cultura e nutrizione’, partecipata da alcune classi dell’istituto.
Esattamente quattordici anni fa, il 16 novembre 2010, il Comitato Intergovernativo della Convenzione Unesco sul Patrimonio Culturale Immateriale approvava l’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale, riconoscendo così le pratiche tradizionali, le conoscenze e le abilità che sono passate di generazione in generazione in tanti Paesi mediterranei fornendo alle comunità un senso di appartenenza e continuità.
La dirigente Eleonora Rombolà ha portato i saluti istituzionali evidenziando come le studenti e gli studenti dell’indirizzo ‘Enogastronomia ed ospitalità alberghiera’, a differenza della vulgata comune, siano con costanza chiamati a una preparazione teorica oltremodo solida sulla professione che auspicabilmente si eserciterà in futuro: la scienza degli alimenti sta alla base delle loro conoscenze e competenze.
Lo stile di vita proprio delle aree mediterranee o simil tali costituisce il patrimonio genetico della nostra Calabria; anche Stefano Soriano, assessore alla Cultura, al Turismo, alle Attività Produttive e al Commercio, allo Sport-Impiantistica sportiva e Fondi Comunitari, lo ha ricordato esprimendo soddisfazione per la riscoperta della terra che sempre più giovani stanno effettuando.
Dopo l’intervento dell’organizzatrice Maria Loscrì, molto attiva operatrice culturale, le relazioni si sono succedute con la moderazione della docente Monica Fidotti.
La professoressa Anna Maria Cichello ha riferito su ‘Le varietà autoctone per la valorizzazione delle produzioni locali’, presentando le caratteristiche botaniche di Olea europaea e la sua coltivazione in regione.
Il docente universitario Vincenzo Sicari ha parlato di ‘Olio extravergine di oliva: proprietà nutrizionali e benefici sulla salute’: già in antichità l’oro liquido era adoperato quale medicinale e la nutraceutica ci fornisce le indicazioni per un suo sano consumo – unico tra gli oli vegetali a essere ottenuto dalla mera premitura di un frutto e associato in letteratura come nessun altro a una miriade di effetti salutiferi – .
Demetrio Fortugno, responsabile del Settore Ricerca e Terza Missione nel dipartimento di Agraria a Reggio Calabria, ha concluso conferendo sull’ ‘Ulivo (S)cultura del patrimonio rurale’, esortando a un dinamismo del paesaggio e all’uso del food storytelling per l’incentivazione del turismo naturalistico.
Il classico modello della Dieta Mediterranea – meglio, delle diete mediterranee – non è in realtà storicamente mai esistito; appare però appunto una modellizzazione ideale del miglior modo per stare in salute. Triste a dirlo, il Sud sua casa natale è il luogo che meno si impegna a seguirla.