Occhiuto ribadisce: mi ricandido non contro i pm, ma per completare il lavoro iniziato

L'ormai ex presidente della Regione spiega i motivi che lo hanno portato a dimettersi anticipando le elezioni

“Ho dato tanto” per la Calabria, ”ho anche messo a rischio la mia salute in questi 4 anni, e se anticipo le elezioni è per continuare il lavoro che sto facendo. Sulla gestione dei rifiuti, sugli aeroporti, o sui consorzi di bonifica, che prima erano 11 e ora è uno solo. L’opposizione poi ha avuto 4 anni per costruire un’alternativa. Se in tutto questo tempo non hanno trovato un leader con cui sfidarmi, le colpe sono solo loro”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un’intervista a “La Stampa”.

“Non sarà un voto contro la magistratura, non cerco una vittoria contro i pm”, assicura. Il fatto, dice, è che ”qui serve una leadership forte, altrimenti non si muove più niente, per questo mi sono dimesso. Non per l’avviso di garanzia, ma per l’effetto che ha provocato”. “Nella macchina amministrativa era cresciuta la classica “paura della firma” e si era insinuato il pensiero che fossi destinato a fare la stessa fine degli altri presidenti di Regione indagati prima di me, archiviati sia giuridicamente, sia politicamente. Mi vedevano come uno zombie, un presidente azzoppato. Non riuscivo più a risolvere questioni che in altri tempi avrei chiuso in 3 giorni”.

“Non sarà un voto contro la magistratura, non cerco una vittoria contro i pm”, assicura. Il fatto, dice, è che ”qui serve una leadership forte, altrimenti non si muove più niente, per questo mi sono dimesso. Non per l’avviso di garanzia, ma per l’effetto che ha provocato”. “Nella macchina amministrativa era cresciuta la classica “paura della firma” e si era insinuato il pensiero che fossi destinato a fare la stessa fine degli altri presidenti di Regione indagati prima di me, archiviati sia giuridicamente, sia politicamente. Mi vedevano come uno zombie, un presidente azzoppato. Non riuscivo più a risolvere questioni che in altri tempi avrei chiuso in 3 giorni”.

“Confido di essere archiviato nei prossimi mesi, anche se so che i tempi della giustizia non sono quelli della politica.
Una vittoria mi darebbe comunque slancio per convincere e ridare stimoli ai dirigenti più riottosi, quelli che pensano che la mia esperienza sia finita e che hanno tirato i remi in barca”.

Lei è una mosca bianca nel centrodestra. Non ha mai accusato i giudici di essere politicizzati dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia. “Perché ho lavorato fianco a fianco con i procuratori della Calabria per 4 anni. Sulla gestione degli impianti di depurazione, ad esempio, o sull’uso dei beni confiscati alla ‘Ndrangheta, si deve guardare con molto rispetto al lavoro della magistratura in una regione come la Calabria. Non cambio opinione perché sono rimasto impigliato in un’inchiesta”.

Cosa cambierà nella sanità calabrese se verrà rieletto? “C’è molto da fare e molto abbiamo fatto. Tra poco la Calabria avrà tre nuovi ospedali i cui progetti erano fermi da 20 anni: uno è concluso, due quasi finiti. Abbiamo chiuso bilanci che in alcune Asp erano “aperti” da 12 anni. Nell’ultimo anno la Calabria è stata la regione che è cresciuta di più nei livelli essenziali delle prestazioni e ho scelto dirigenti bravi, anche provenienti da Regioni di centrosinistra. Non abbiamo la bacchetta magica, ma c’è un lavoro che va portato avanti”.

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