Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti chiede chiarimenti. Ciucci: pronti a offrire tutti gli elementi utili

Per il Pd e Avs è “una bocciatura clamorosa”, mentre Mit e la società Stretto di Messina parlano di normale interlocuzione istituzionale

La Corte dei Conti ha chiesto “chiarimenti ed elementi informativi” sulla recente delibera del Cipess che ha dato il via libera alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. In un documento inviato alla presidenza del Consiglio, la magistratura contabile evidenzia criticità procedurali e la mancanza di una “puntuale valutazione” sugli esiti istruttori che hanno portato all’approvazione del progetto definitivo. Secondo i giudici contabili, la delibera “si appalesa più come una ricognizione delle attività dei diversi attori istituzionali che come una ponderazione delle risultanze di dette attività, sotto il profilo sia fattuale che giuridico”.

Procedure seguite da Mit e Mef

Procedure seguite da Mit e Mef

Tra i punti sollevati figurano le modalità di trasmissione degli atti (in alcuni casi tramite link online), la tempistica delle procedure tra Mit e Mef e la richiesta di chiarimenti sulle valutazioni svolte in merito alla delibera del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2025, che ha dichiarato il Ponte “opera di interesse strategico pubblico”. La Corte ha inoltre acceso i riflettori sul piano economico-finanziario, evidenziando un disallineamento tra le stime asseverate da Kpmg e i dati approvati dal Cipess e chiedendo chiarimenti sulle proiezioni di traffico e sulla scelta della società di consulenza TPlan. L’esecutivo avrà 20 giorni per rispondere.

Le critiche dell’opposizione

Il Pd e Alleanza Verdi e Sinistra parlano apertamente di “bocciatura”. “La Corte dei Conti ha bocciato la delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto con cinque pagine di rilievi tecnici e procedurali”, affermano i deputati Anthony Barbagallo e Andrea Casu, chiedendo al governo chiarezza e trasparenza. Angelo Bonelli (Avs) sottolinea che i rilievi confermano “la carenza di informazioni per rendere sostenibile il progetto” e definisce “irrealistici” i dati sui flussi di traffico previsti. Bonelli accusa inoltre l’esecutivo di aver utilizzato la classificazione Iropi – che rende l’opera “strategica e militare” – per bypassare i vincoli ambientali europei e chiede alla premier Meloni di sostituire il ministro Salvini.

Governo e società Stretto di Messina

Dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti arriva la replica: “Tutti i chiarimenti e le integrazioni chieste dalla Corte dei Conti fanno parte della fisiologica interlocuzione tra istituzioni e saranno fornite nei tempi previsti”. Per il Mit il progetto “non è in discussione” e gli uffici “sono già al lavoro”.

Anche l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, esclude qualsiasi bocciatura: “L’Ufficio di Controllo della Corte non ha espresso alcun giudizio di inadeguatezza né richieste di integrazione del progetto definitivo. Siamo pronti a fornire tutti gli elementi utili per consentire alla Corte di completare l’istruttoria”.

Il nodo politico rimane

Il braccio di ferro sul Ponte sullo Stretto si sposta ora sul piano politico e istituzionale. Se per l’opposizione la richiesta di chiarimenti è il segnale di una svolta, per il Governo e la società concessionaria si tratta di un normale passaggio tecnico. La Corte dei Conti deciderà allo stato degli atti se, entro 20 giorni, non riceverà risposte soddisfacenti.

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