Racconti per adulti che sanno fantasticare: temi sociali declinati secondo l’immaginazione

Una presentazione sperimentale sui generis, ideata dall'autrice, con finestre di cartone da aprire di fronte al pubblico

Al solo nominare alcune di esse, il cuore suole raggelarsi. Vi sono recenti vicende, nella memoria condivisa, dal drammatico impatto sulle vite di ciascuno.

L’avvocata Mariarosa Rao è docente, mediatrice familiare e ideatrice del progetto culturale-editoriale indipendente ‘Le Ali del Sogno’ – che annovera libri destinati a qualsiasi fascia d’età, riconoscibili per le illustrazioni realizzate a mano – .

L’avvocata Mariarosa Rao è docente, mediatrice familiare e ideatrice del progetto culturale-editoriale indipendente ‘Le Ali del Sogno’ – che annovera libri destinati a qualsiasi fascia d’età, riconoscibili per le illustrazioni realizzate a mano – .

Nel corrente anno la scrittrice è uscita nel mercato librario con ‘Finestre sul mondo. Racconti per dare voce’, raccolta di sei racconti per adulti – eccetto uno – premiati in altrettante competizioni nazionali negli ultimi mesi. L’estro della favella, scorrendo le pagine, appare ben ornato dai disegni composti da Antonella Ligato e dalle studenti e dagli studenti del Liceo Artistico “V. Gerace” di Cittanova: tendenza, quella di allegare immagini figurative a storie per un pubblico maturo, vòlta ad aprire una prospettiva dialettica di confronto con l’ispirazione dell’artista.

Alle realtà rappresentate nei brevi testi si è, per l’appunto, “dato voce” venerdì 11 ottobre nel salone della Libreria Cuori d’inchiostro, serata inaugurale del programma autunnale. Con la calorosa guida dell’insegnante Elena Solano, propositrice di brani tratti da ogni narrazione, Mariarosa ha suscitato sorpresa mostrando cartoni a forma di finestra con alette sollevabili: battenti pronti a spalancarsi, varchi su mondi lontani e vicini. Un viaggio interattivo e dialogico con le lettrici e i lettori, oltreché sperimentale; non si assiste di sovente in giro a eventi del genere!

Prima finestra: ‘23 maggio 1992’. Un focus sul poliziotto Vito Schifani, agente in servizio nella scorta di Giovanni Falcone, ucciso nella Strage di Capaci; lasciò moglie e figlio di quattro anni, e forse mai se ne è parlato abbastanza.

Seconda finestra: ‘L’uomo di latta’. È la toccante descrizione autobiografica della sua infermità permanente all’85%, conseguita a causa di un incidente stradale nel 2017; a lungo si vergognò di essere sostenuta in piedi dal metallo inserito nel corpo, molto lavoro fu necessario per farla liberare del peso psicologico.

Terza finestra: ‘Parentesi volanti, destini sognanti’. Qual è il primo oggetto che si mette da parte una volta terminata una relazione? La fede; un gatto riuscirà a lenire i tormenti amorosi della padrona ora libera nelle dita, dimostrando una natura meno indifferente del comun sentire.

Quarta finestra: ‘Narcisi sul tuo requiem’. Nell’individuo narcisista, di norma, il pensiero è opposto all’azione, dimodoché le prospettive esterna e interna risultano contrastanti; l’essere umano moderno non è estraneo a fingere di non accorgersi di avere accanto persone affette da mali mentali, mai si ha tempo per occuparsene.

Quinta finestra: ‘La cornice più triste’. Si trovava a Milano quando seppe dal televisore del pullman precipitato dal cavalcavia nei pressi di Mestre, ma nessun giornale si interrogava sull’identità delle vittime… La donna Venezia, che stila un diario quotidiano lasciando traccia di chi si reca a visitarla, quel giorno annoterà i pensieri immediatamente finali di quelle donne e quegli uomini sfortunati.

Sesta finestra: ‘Il mondo dentro gli occhi di Luca’. L’unico racconto per un giovane uditorio affronta lodevolmente il complesso tema dell’autismo, accogliendo la sfida di spiegarlo alle e ai più piccini per avviarli a una sana convivenza con chi ne è affetto. I bambini autistici potrebbero sembrare “monelli”, non rispettando le regole; e invece, con l’empatia, accettare i loro strambi comportamenti può essere la chiave per non escluderli dal gioco.

Apriamo anche noi le nostre personali finestre per scorgere l’altro, proprio l’empatia ne è la chiave. Dall’onirismo dei viaggi di Mariarosa, alla concretezza delle fatiche giornaliere.

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