Reati tributari e truffa: scattano misure interdittive e sequestro di 2,7 milioni

L'operazione portata a termine dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro. I provvedimenti cautelari avranno una durata di 12 mesi

Misure interdittive, indagati e sequestro di circa 2,7 milioni. I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza con la quale il gip del Tribunale di Catanzaro ha disposto, per la durata di dodici mesi, l’applicazione di misure interdittive nei confronti di tre indagati per la ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti, a vari titolo ipotizzati, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e di truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni nel quadro di un illecito sfruttamento dei vantaggi fiscali previsti per l’attuazione delle misure di contenimento della pandemia da Covid-19.

Gli imprenditori coinvolti

Gli imprenditori coinvolti

Per due imprenditori, è stata disposta la misura interdittiva dall’esercizio dell’attività imprenditoriale; per un commercialista è stata disposta quella del divieto temporaneo di svolgere attività professionale. Si tratta di Damiano Buoncore di Soverato ed Enrico Dandolo di Catanzaro sospesi dall’esercizio dell’attività di impresa; Antonio Macrì anche lui di Soverato, sospeso dall’attività professionale. Nell’inchiesta risultano altri sei indagati non raggiunti da alcuna interdittiva: Vito Michele Loprieno, Antonio Lopriano, Rossana Loprieno, Patrick Olivieri, Silvano Mauro e Luigi Vellone. Nei confronti dei nove indagati si contesta, a vario titolo, l’associazione a delinquere finalizzata ai reati tributari e ai delitti contro il patrimonio.

Somme in cassaforte

Contestualmente, è stata data esecuzione al sequestro preventivo di oltre 2,7 milioni euro corrispondenti
al valore di crediti di imposta ipotizzati come inesistenti e di ulteriori 765.000 euro quale illecito profitto
dei reati contestati. I provvedimenti emessi su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro scaturiscono dalla complessa attività di indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economica -Finanziaria di Catanzaro.

Le ipotesi di reato

Le complesse indagini hanno consentito di delineare – nella fase delle indagini preliminari che necessita
della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – la gravità indiziaria circa la
sussistenza di un’associazione a delinquere che, attraverso un articolato sistema di emissione di fatture
per operazioni oggettivamente inesistenti, si sarebbe adoperata per acquisire, in modo fraudolento, crediti di imposta (a fronte di prestazioni mai effettuate di sanificazione e adeguamento dei locali commerciali in funzione anti-pandemica) successivamente utilizzati in compensazione di debiti tributari da parte di alcune società riconducibili a uno degli associati o “monetizzati” attraverso la cessione a terzi in buona fede, fra cui Poste Italiane spa (per circa un milione di euro), traendo in inganno l’Agenzia delle Entrate e causando un ingente danno per l’Erario.

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