Regionali in Calabria, l’appello dei vescovi: partecipare è un dovere, l’astensione pesa sui più deboli

In vista del voto del 5 e 6 ottobre, la Conferenza episcopale calabra invita le comunità ecclesiali e civili a non cedere all’indifferenza

“La democrazia è un bene fragile e prezioso, che non si conserva da sola ma chiede di essere vissuta e rigenerata ogni giorno. La partecipazione non è un accessorio, ma un compito che interpella la coscienza di ciascuno, non è un rito stanco, ma un atto di rigenerazione collettiva”. E’ l’appello, “forte e chiaro alle comunità ecclesiali e civili della Calabria”, fatto in vista delle regionali del 5 e 6 ottobre dalla Conferenza episcopale calabra, secondo cui l’astensione “non è mai neutrale”.

“La democrazia è un bene fragile e prezioso, che non si conserva da sola ma chiede di essere vissuta e rigenerata ogni giorno. La partecipazione non è un accessorio, ma un compito che interpella la coscienza di ciascuno, non è un rito stanco, ma un atto di rigenerazione collettiva”. E’ l’appello, “forte e chiaro alle comunità ecclesiali e civili della Calabria”, fatto in vista delle regionali del 5 e 6 ottobre dalla Conferenza episcopale calabra, secondo cui l’astensione “non è mai neutrale”.

Immagine potente

“La democrazia – sostengono i vescovi calabresi – non è mai neutra: o si rinnova come spazio di giustizia o diventa terreno fertile per clientele e rendite di posizione. Alle Settimane Sociali di Trieste (2024), Papa Francesco ha usato un’immagine potente: la crisi della democrazia come un cuore ferito. Un cuore che soffre quando prevalgono corruzione e illegalità, quando la politica diventa autoreferenziale, incapace di ascolto e di servizio. Un cuore che si ammala quando cresce la cultura dello scarto e intere fasce di popolazione – poveri, giovani, anziani, persone fragili – vengono emarginate. L’apatia civica non è solo un fatto individuale, ma il sintomo di un tessuto sociale indebolito. In quella stessa occasione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha posto domande che ci toccano da vicino: ‘Si può pensare di contentarsi che una democrazia sia imperfetta? Di una democrazia a bassa intensità? Si può pensare di arrendersi al crescere di un assenteismo dei cittadini dalla cosa pubblica’”.

“L’astensione e l’indifferenza – prosegue l’appello della Cec – non sono mai neutrali: finiscono sempre per gravare sui più deboli e consegnano il futuro nelle mani di pochi. Partecipare, invece, significa prendersi cura del cuore della nostra terra, contribuendo con il proprio voto alla costruzione di una Calabria più giusta, solidale e fraterna”.

Occasione di libertà

“Per questo – concludono i vescovi – invitiamo tutti a vivere le elezioni regionali non come un adempimento formale, ma come un’occasione concreta di libertà e di scelta responsabile. La democrazia si alimenta della voce di ciascuno: scegliere significa incidere sul presente e aprire possibilità di futuro. Non c’è libertà senza scelta, non c’è bene comune senza partecipazione. Chi rinuncia a scegliere rinuncia a costruire il proprio futuro: è un lusso che la nostra terra non può in alcun modo permettersi”. (Ansa)

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