Rombiolo, grande partecipazione alla presentazione del libro di Santo Gioffrè (foto)

L’evento è stato ispirato alla ricorrenza di Santa Cecilia (22 novembre, patrona della musica). Diversi i motivi significativi e importanti sotto il profilo sociale e culturale

Accade raramente che in un incontro per presentare un libro di narrativa partecipi tanto pubblico come nella serata memorabile che si è svolta all’Auditorium di Rombiolo, in cui si sono coniugati letteratura e musica, sentimenti ed emozioni.

L’evento è stato ispirato alla ricorrenza di Santa Cecilia (22 novembre, patrona della musica). Diversi i motivi significativi e importanti sotto il profilo sociale e culturale.

L’evento è stato ispirato alla ricorrenza di Santa Cecilia (22 novembre, patrona della musica). Diversi i motivi significativi e importanti sotto il profilo sociale e culturale.

Un’autobiografia intellettuale, antropologica ed esistenziale

Al centro la presentazione del libro di Santo Gioffré, Evasioni d’amore, opera dove sono raccolti 5 racconti in cui lo scrittore, il narratore e l’autore si incontrano e si danno del tu, per svelare una sorta di autobiografia intellettuale, antropologica ed esistenziale, riflessa specularmente nei diversi specchi delle storie e dei personaggi. Tra cui i suoi genitori.

Si tratta anche di una operazione che ha sacralizzato la storia familiare in un travaglio durato, come ha confessato lo stesso autore durante la presentazione, tanti anni. Santo Gioffrè ha assistito a tanti parti nella sua esperienza professionale di medico ginecologico, ma in questo libro fa partorire sé stesso. Così è riuscito a far venire alla luce un libro che rievocala storia della prima metà del Novecento e gli anni Cinquanta, che segnano la sua nascita.

Sono storie molto sofferte, che raccontano una società arcaica in lotta per la sopravvivenza, contro la povertà e le malattie che hanno decimato tanti esseri umani, dentro le cui vicende è possibile rintracciate una verità che ha segnato la storia delMezzogiorno, non solo il popolo di Seminara(sempre al centro delle opere di Santo Gioffrè) e della Calabria.

Il declino della società

Nei suoi interventi ha ribadito il suo impegno attraverso i suoi romanzi, ma ha denunciato anche il declino pericoloso verso cui stanno indirizzando la società gli attori politici e i centri di potere, mettendo in discussione i diritti fondamentali sanciti nella Costituzione, come quello alla salute, per cui si è battuto non solo nella sua professione di medico ma anche di politico e di persona impegnata a difendere i ceti più deboli.

È stata una serata ricca di contenuti umani non solo culturali grazie alla collaborazione di diverse associazioni come l’Arci Rombiolo, Musica Insieme e la Corale Schola Cantorum, e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Rombiolo. L’evento è stato contrassegnato da intermezzi musicali eseguiti della “Schola Cantorum don Raffaele Lagadari” mentre il gruppo musicale formato dai maestri Francesco Mangialavori, Daniele La Rosa, Danilo Navarra, Siria De Bartolo e Nicola Pata, ha eseguito due brani di Lucio Dalla, Caruso e Piazza grande.

A far emergere il carattere dell’autore e della sua esperienza umana e letteraria Annarosa Macrì, (giornalista Rai e scrittrice), che ha definito Santo Gioffré uno scrittore di razza, coraggioso nel mettersi a nudo, nel fiutare con il suo innato istinto, il corpo della scrittura narrativa e di plasmarne forma e sostanza, avendo come geniusloci la sua Seminara. La Macrì si è soffermata in particolare sul racconto che rievoca la storia d’amore del padre con la prima moglie (Mia madre guardava il silenzio e ascoltava il buio), sul silenzio del padre che non ha mai sorriso e sulla compassione della madre, che si è immolata come un’eroina, dimostrando la forza epica delle donne calabresi di fronte ad un uomo segnato profondamente dal precedente dramma (la tragica morte della prima moglie). E la ferita che il padre si è procurato per non essere mandato in guerra non è mai guarita che rappresenta, come ha acutamente osservato la Macrì, il simbolo di una sofferenza più profonda che non ha risparmiato lo stesso scrittore, il quale ha cercato la guarigione attraverso la medicina della scrittura e del suo impegno politico, sociale e culturale, portato avanti con passione e coerenza forte dei suoi ideali, per il riscatto degli oppressi, dei diseredatie contro le ingiustizie.

Le tematiche

Sono molteplici i temi e gli intrecci storici e culturali emersi. A dare un contributo significativo anche Orietta Barbuto (avvocato) introducendo e presentando l’incontro, la quale ha voluto ringraziare le associazioni per l’importante impegno e in particolare i tanti componenti della “Corale Schola Cantorum” diretta dal maestro Gregorio Lagadari.

Nel dialogo con l’autore la Barbuto ha spiegato che il legame dei cinque racconti non va ricercato in una connessione temporale, ma in un sentimento profondo e universale che è l’amore nelle sue varie essenze e forme. E attraverso questa chiave l’autore racconta l’esistenza umanadi una Calabria segnata dalla fatica, dalle sofferenze, dal sudore e dal sacrificio. Santo Gioffrè, ha inoltre aggiunto, “con questo libro hamesso a nudo i suoi più veri sentimenti, stati d’animo comuni a molti ma così intimi che nessuno ha il coraggio di esternare, anzi chiunque avrebbe custodito gelosamente.”

Nel corso della serata sono intervenuti Laura Papaianni (assessore alla Cultura dell’Amministrazione comunale di Rombiolo) e il presidente dell’Arci di Rombiolo Antonio Donato. Inoltre si sottolinea l’intervento di Annunciato Larosa, artefice dell’evento insieme aOrietta Barbuto (nella qualità anche di presiedente della Corale Schola Cantorum) con il contributo delle altre associazioni Arci e Musica Insieme.

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