Rutte mette in allarme l’Italia: i missili russi potrebbero colpire anche Roma

Il segretario della Nato: dobbiamo stare estremamente attenti con Putin. È già il nostro principale avversario

“Siamo tutti in pericolo. I più avanzati missili russi potrebbero colpire Roma, Amsterdam o Londra a cinque volte la velocità del suono. Non possono essere intercettati con i nostri sistemi anti-missile tradizionali. Perciò sono un gravissimo pericolo. Significa che siamo tutti sul fronte orientale, non solo l’Estonia, la Polonia o la Romania, ma anche l’Italia”. A lanciare l’allarme attraverso i microfoni del Tg1 è stato ieri Mark Rutte.

Alla domanda se Putin possa attaccare veramente la Nato, il segretario della Nato ha spiegato che “dobbiamo stare estremamente attenti con Putin. È già il nostro principale avversario, la principale minaccia nel lungo periodo, ma dal punto dell’incremento delle sue capacità militari potrebbe effettivamente rappresentare una minaccia credibile contro la Nato, come hanno sottolineato alcuni colleghi europei”.

Alla domanda se Putin possa attaccare veramente la Nato, il segretario della Nato ha spiegato che “dobbiamo stare estremamente attenti con Putin. È già il nostro principale avversario, la principale minaccia nel lungo periodo, ma dal punto dell’incremento delle sue capacità militari potrebbe effettivamente rappresentare una minaccia credibile contro la Nato, come hanno sottolineato alcuni colleghi europei”.

Durante l’intervista, Rutte ha parlato anche del ruolo dell’Italia, nel supporto all’Ucraina: “È cruciale, il vostro presidente del Consiglio è un leader di grande caratura, rispettato negli ambienti governativi di tutto il resto del mondo, tra i quali quello di Washington e dal presidente americano. L’Italia ha supportato l’Ucraina dal primo giorno” ha concluso il segretario della Nato.

Spese per la difesa

Ieri, arrivando al vertice della Comunità politica europea a Copenaghen, Rutte ha commentato anche le recenti incursioni di droni russi sui cieli del nord Europa: “Ci siamo riuniti all’Aja per impegnarci nel raggiungere il 5% di spese per la difesa”, ha spiegato. “Dopo gli sconfinamenti di droni in Polonia ed Estonia la Nato ha reagito in maniera forte e la Russia lo ha notato. Siamo stati pronti e abbiamo scortato gli aerei fuori dai paesi interessati: è esattamente quello per cui ci addestriamo”. (Dire – www.dire.it)

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