Sanità calabrese, la sinistra non si ferma. Attacca pure Alecci

Il consigliere regionale del Pd: liste d’attesa infinite e strutture a rischio, così non è la strada giusta

“La Calabria ha bisogno di una nuova narrazione, è vero. Ma senza fatti concreti, le parole restano vuote”. Con queste parole il consigliere regionale del Partito democratico, Ernesto Alecci, è intervenuto con toni accesi durante l’ultima seduta del Consiglio regionale, puntando il dito contro le evidenti falle del sistema sanitario calabrese.

Alecci ha aperto il suo intervento riconoscendo lo spirito positivo con cui il presidente e commissario ad acta Roberto Occhiuto parla di “normalità” come obiettivo per la sanità calabrese. “Condivido la necessità di uno slancio d’orgoglio – ha detto – ma non posso dire che quella intrapresa sia la strada giusta. Anzi, gli elementi che dimostrano l’assenza di una guida amministrativa efficace sono sotto gli occhi di tutti”.

Tra i casi più gravi segnalati, il consigliere ha citato l’ospedale di Chiaravalle Centrale, dove l’attività sanitaria si svolge ancora in una struttura non a norma dal punto di vista sismico. “Un pericolo quotidiano per medici e pazienti – ha denunciato – mentre a pochi metri la nuova Casa della Salute, che doveva essere pronta entro febbraio 2025 secondo una nota ufficiale del Dipartimento regionale, resta incompleta. Le fondazioni sono appena visibili”.

Situazione critica anche a Serra San Bruno, dove da anni si parla di un nuovo Pronto Soccorso “mai nemmeno iniziato”, mentre oggi il reparto di emergenza-urgenza si regge sul lavoro di un solo anestesista, sempre reperibile. “Una situazione limite, che mette a rischio l’intera struttura”.

Alecci ha poi puntato i riflettori su uno dei poli ospedalieri più importanti della regione: l’Azienda Dulbecco di Catanzaro. “Una PET che funziona un giorno sì e dieci no non è accettabile – ha detto – soprattutto se a Cosenza, invece, si installa una TAC di ultimissima generazione con intelligenza artificiale. Sembra di assistere a una sanità a due velocità, con calabresi di serie A e di serie B”.

Ma è sulla Neuropsichiatria Infantile che il consigliere ha mostrato la maggiore preoccupazione. “Le liste d’attesa interminabili per la presa in carico dei bambini sono il simbolo del fallimento. Famiglie disperate mi raccontano di dover attendere tre o quattro anni per una diagnosi o di dover cercare soluzioni fuori regione, a costi insostenibili. Eppure, una diagnosi precoce è l’unica possibilità per cambiare il destino di questi bambini”.

Un attacco duro, ma accompagnato dal rifiuto di ogni strumentalizzazione politica. “Ho sempre cercato il confronto leale con la maggioranza – ha concluso Alecci – ma un presidente che abbandona al proprio destino i propri figli è come un padre che ha fallito”.

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